Vaticano, proroga del patto segreto con la Cina: Papa Francesco sempre più lontano dagli Usa
L’eco delle proteste e della repressione a Hong Kong non cambierà la strategia del Vaticano nei confronti della Cina. Anzi si prepara a produrre un prolungamento della loro intesa, in scadenza a fine settembre. Lo scrive il Corriere della Sera. L’enigma di quell’accordo è destinato a restare. Tranne i vertici di Pechino e della Roma papale nessuno conosce il contenuto di quel documento. Improbabile che ci saranno prese di posizione vaticane sul pugno di ferro di Pechino a Hong Kong, o sulle responsabilità per il ritardo col quale il mondo è stato informato della pandemia. Non ci sarà neppure un allineamento vaticano agli Stati Uniti, se lieviterà una nuova Guerra fredda tra Usa e Cina. Papa Francesco si considera un Papa post-occidentale, disancorato dagli schieramenti internazionali del passato. Nel governo della chiesa di Bergoglio non si può prescindere dalla presenza cinese sullo scacchiere mondiale. E il Vaticano non vuole inserire elementi anche minimi che possano compromettere il mantenimento dell’accordo firmato a Pechino il 22 settembre del 2018.
Intesa utilizzata per superare la dicotomia tra la Chiesa cattolica “patriottica”, controllata dal governo comunista di Pechino, e quella “sotterranea”fedele al Papa e perseguitata per decenni. Nella Chiesa cattolica però affiorano segnali di malumore e diffidenza: oltre che dal cardinale Joseph Zen, arcivescovo emerito di Hong Kong, additato come portavoce di una linea gradita a Washington, anche dall’arcivescovo birmano Charles Bo, presidente dei vescovi cattolici asiatici, che a fine marzo ha accusato “il regime comunista cinese” di essere “il primo responsabile” della pandemia. Racconta infine il Corriere che: “esploso il contagio Covid 19 Papa Francesco fece raccogliere dalla Farmacia Vaticana 700mila mascherine protettive in tutta Italia e le mandò a Wuhan,ricevendo il grazie delle autorità cinesi”.