“Accanimento contro CasaPound e silenzio su occupazioni di sinistra”. Anche La Russa contro la Raggi
Roma, 4 giu – Anche il senatore di Fratelli d’Italia Ignazio La Russa interviene sul sequestro preventivo dell’immobile sede di CasaPound Italia. E si chiede se – per caso, solamente per caso – questa mossa non sia frutto dell’ossessione dimostrata dalla Raggi nel voler perseguitare le tartarughe frecciate, mentre al contempo chiude volentieri un occhio – spesso anche due – per le occupazioni dell’opposta estrazione politica di cui la Capitale pullula. «La vicenda dell’immobile di via Napoleone III in uso a Casapound torna nuovamente alla ribalta ma su oltre cento immobili occupati a Roma, in alcuni casi teatri anche di attività poco chiare, non leggo ne’ sento nulla. Non vorrei ci fosse un pregiudizio politico o ideologico del M5S e della sinistra alla base di questo accanimento», ha affermato La Russa ai microfoni dell’Agi.
Sulla vicenda si erano espressi in giornata anche Chiara Colosimo, consigliere regionale del Lazio di Fratelli d’Italia, e Daniele Giannini, consigliere regionale del Lazio della Lega. Medesimi i dubbi espressi: «Preso atto del sequestro preventivo dell’immobile di via Napoleone III, ci piacerebbe sapere perché la Sindaca Raggi non abbia sollecitato, con lo stesso fervore, lo sgombero dei ventitré palazzi occupati, presenti nella lista redatta dalla Prefettura a luglio dello scorso anno – ha attaccato Colosimo – Se invece il Primo Cittadino pensa di recuperare la fiducia di Zingaretti, con decisioni che guardano da una parte sola, si sbaglia di grosso. Basta leggere le dichiarazioni del senatore Astorre. Il Partito democratico cosi come la maggior parte dei suoi compagni grillini, l’hanno oramai scaricata». Giannini, dal canto suo, ha puntato il dito contro la situazione paradossale che vede «Gli immigrati negli hotel, i centri sociali in decine di palazzi occupati e poi tanto accanimento verso poche famiglie italiane che rischiano di finire letteralmente in strada solo per un’ossessione ideologica», definendo la Raggi una «sceriffa».
Cristina Gauri