Matteo Renzi minaccia gli italiani: “Presto toccherà di nuovo a noi” (con l’aiuto della magistratura rossa)
Il pagliaccio di Firenze, Matteo Renzi, minaccia il popolo italiano: “Presto toccherà di nuovo a noi”. Il leader del Partito Democratico spera in un aiuto della solita magistratura rossa, cancro che esiste solo in Italia, con le inchieste contro la Lega e sui sedicenti troll russi che avrebbero insultato il presidente Sergio Mattarella.
Matteo Renzi apprare a sorpresa in una diretta Facebook da Palazzo Giustiniani (“l’ultima diretta prima delle vacanze”), poche ore dopo la conferenza stampa di Giuseppe Conte. Punzecchia l’attuale premier dicendo che è “più slogan che sostanza”. Attacca la maggioranza su vaccini e decreto Dignità (lo chiama “decreto disoccupazione”). Ma soprattutto evoca una fine rapida per il governo: “A settembre o ottobre vedrete che si sarà da divertirsi”. Parla di due inchieste giudiziarie: quella sui fondi della Lega, condannata al sequestro di 49 milioni di euro per la vicenda legata ai rimborsi elettorali. Ma soprattutto si dilunga sull’inchiesta della procura di Roma per l’attacco troll al capo dello Stato. Un’indagine che riguarda il tweetstorm #Mattarelladimettiti.
E a proposito dell’inchiesta romana, ricorda: “Ho chiesto al procuratore Pignatone di essere ascoltato come testimone perchè credo che su questa storia delle fake news si giochi il futuro dello Stato democratico”. Altro che “bolla di sapone. E ancora: “Occhio ragazzi! Si arriva a pensare che ci sia una influenza russa nel referendum sulla Brexit e nel referendum costituzionale del 2016. Il referendum lo avremmo perso lo stesso, non cerco altre strane ragioni. Ma è tutt’altro che una bolla di sapone e ce la ritroveremo a settembre”.
Poi pronuncia una frase sbillina: “Nella notte dello scontro tra il Presidente della Repubblica e il Movimento 5 Stelle, Di Maio decide di chiedere l’impeachment per Sergio Mattarella, per alto tradimento”, osserva. “Una idiozia pura. In quel momento parte una campagna contro Mattarella, con un hashtag #Mattarelladimettiti, e con la creazione di profili falsi sui social. Cioè un soggetto a metà tra una società privata e un movimento politico, chissà, produce dei profili falsi. Il punto è: e se la Procura che ha aperto l’indagine scoprisse che ci son in questo Paese strutture che decidono di mettere in piedi un attacco al Presidente della Repubblica tramite profili falsi e fake news?”.