Protesta nella capitale di “Marcia su Roma”. I manifestanti bloccati prima di Palazzo Chigi (video)


Proteste a Roma contro il governo e tensioni con la polizia.  Circa 200 manifestanti in mattinata da piazza Venezia si sono diretti verso Palazzo Chigi. Ragazzi, donne, uomini. Qualcuno in bicicletta Sono arrabbiati. Disperati per le misure del governo. “Misure da fame”,  urla qualcuno. Le forze dell’ordine li fermano su via del Corso blindando l’accesso alla zona..

Protesta a Roma contro il governo

Davanti agli agenti schierati partono i fischi e gli slogan. Una donna invita gli agenti a unirsi alla protesta. “Venite con noi”. “Siete come noi”. Domani morirete di fame anche voi”. Poi partono gli slogan contro il governo, a qualche decina di metri da Palazzo Chigi e da Montecitori. “Traditori”. “Abusivi”.  Nei video trasmessi in diretta sui social si vede un agente che parla alla donna. Cerca di convincerla che lì non si passa. La tensione cresce quando qualcuno a passo veloce cerca di sfondare il cordone delle forze dell’ordine. Intorno alle 13 i manifestanti vengono dispersi. Costretti a fare retromarcia, applaudono ironici ai poliziotti. “Avete caschi e manganelli, cosa volete fare?”. Non si registrano incidenti. Ma la rabbia è tanta. Qualcuno urla contro il governo. In tanti lo seguono. “Bravo Conte”. “Grazie Conte”. “Quando  ci fai un’altra conferenza in Rai?”, strilla un ragazzo davanti alle telecamere.

La polizia disperde i manifestanti

La manifestazione nella capitale è stato promossa dal gruppo Facebook Marcia su Roma.  Nella pagina si legge un comunicato di qualche giorno fa che annuncia l’iniziativa. E  sottolinea che sarà pacifica. “In accordo con gli altri membri del gruppo e dopo aver consultato i nostri legali e i responsabili di altri gruppi, abbiamo deciso di scendere in piazza sabato 30 maggio”. L’appello finale riguarda le modalità. “Non verranno tollerate in alcun modo azioni violente. O comunque che possano ledere all’immagine del gruppo. Si scende in piazza per poter avanzare delle pretese da questo stato e non per pagarne i danni”.

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