“Se mi dai buca chiamo Travaglio”: nella chat tra Palamara e la pm spunta il nome del giornalista. E chi se l’aspettava…
E chi se l’aspettava, vero? E invece, nelle infuocate chat del caso Palamara spunta forte e chiaro anche il nome del direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio. A buttarlo nel calderone di intercettazioni e indiscrezioni sono il sito Dagospia, La Verità e Libero che, se ancora ce ne fosse bisogno, gettano ulteriore carne al fuoco divampato sullo scandalo che ha travolto la magistratura.
Scandalo magistratura, spunta il nome di Travaglio nelle chat di Palamara
Stando a quanto trapelato, dunque, a nominare Travaglio provvede la pm Annamaria Picozzi che in una conversazione telefonica con Luca Palamara, tra le chat rilanciate da La Verità, sosterrebbe: «Io una ragazza già dei nostri su cui possiamo puntare ciecamente ce l’ho. Non so quanti sono i posti disponibili a Palermo. Ma uno ce lo dobbiamo prendere». Quindi, tanto per rincarare la dose e far capire meglio al suo interlocutore come stanno le cose, la Picozzi in linea aggiunge quella che Dagospia ritiene venga «interpretata come una vera e propria minaccia al capocorrente Palamara»: «Se mi dai buca chiamo Marco Travaglio». Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati non si fa trovare impreparato. E prontamente replica, tranquillizzando la pm: «Mi sta simpatico»…
Le parole della Picozzi a Palamara “rilanciate” in un tweet di Maria Teresa Meli del “Corriere”
Il dialogo desta scalpore. Quanto meno suscita perplessità. Diversamente invece, riguardo al riferimento a un certa simpatia per il direttore del Fatto Quotidiano a cui si fa riferimento nel corso della telefonata, la sorpresa è pari a zero. Palamara, lo ricordiamo, è imputato al centro di un procedimento in corso a Perugia con l’accusa di corruzione. Sospeso dal Csm, è finito al centro di “conversazioni telefoniche” con due sue colleghe dell’Antimafia a ridosso della votazione per la scelta del procuratore di Roma. Le parole della Picozzi a Palamara, per inciso, sono state rilanciate anche da Maria Teresa Meli, la firma del Corriere della Sera, su Twitter. Senza commento, un “silenzio” – quello della Meli – che la dice lunghissima: