Coldiretti boccia la sanatoria degli immigrati: “Servono voucher e stagionali Ue”
Roma, 14 mag – Coldiretti boccia la sanatoria degli immigrati irregolari tanto voluta dal ministro dell’Agricoltura, la renziana Bellanova, e che ha tenuto in stallo il dl Rilancio per giorni. “L’intesa raggiunta sulla regolarizzazione dei migranti non è risolutiva dei problemi del mondo agricolo anche per i tempi che non combaciano con quelli delle imprese“. Lo afferma il presidente di Coldiretti Ettore Prandini. Il punto è che “nelle campagne le esigenze sono immediate mentre per la regolarizzazione ci vorrà tempo“. Insomma, una misura tanto urgente da dover essere per forza inserita nel decreto approvato ieri con colpevole ritardo è in realtà inutile rispetto alle urgenze del settore agricolo.
“Subito semplificazione del ‘voucher’ agricolo”
“Per questo – fa presente Prandini -, è necessaria subito una radicale semplificazione del voucher ‘agricolo’ che possa ridurre la burocrazia e consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui scuole, università e molte attività economiche sono rallentate e tanti lavoratori sono in cassa integrazione”. In sostanza, dare lavoro agli italiani (in linea peraltro con il progetto Job in country lanciato da Coldiretti). Secondo Prandini, “le imprese agricole hanno bisogno anche di professionalità ed esperienza con il coinvolgimento delle stesse persone che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese”. “Non per tutti i lavori in agricoltura ci si può improvvisare, ma – sostiene il presidente di Coldiretti – per la maggior parte serve manodopera formata e qualificata, dalla potatura alla guida dei mezzi agricoli”.
“Aprire corridoi verdi per i lavoratori stagionali dell’Ue”
La proposta dell’associazione degli imprenditori agricoli è anche quella dell’apertura immediata di “un canale di collaborazione con Paesi come la Romania da dove viene circa 1/3 dei lavoratori stagionali impegnati nelle campagne italiane con i quali nel tempo sono stati stabiliti rapporti fiduciari”. Decine di migliaia di lavoratori rumeni, riporta la Coldiretti, sono potuti tornare a lavorare nelle campagne della Germania e della Gran Bretagna, grazie ad accordi tra i diversi Paesi che hanno utilizzato i “corridoi verdi” per la libera circolazione degli stagionali agricoli all’interno dell’Unione europea durante l’emergenza coronavirus. Anche il governo francese, per fronteggiare all carenza di manodopera agricola, ha annunciato la riapertura delle frontiere per permettere ai lavoratori europei di entrare in territorio francese per prestare la propria collaborazione nei campi.
Con il blocco delle frontiere mancano 200mila stagionali assunti regolarmente
Lo stesso dovrebbe fare il governo italiano. Con il blocco delle frontiere in Italia secondo la Coldiretti sono venuti a mancare circa 200mila lavoratori stranieri assunti regolarmente che arrivavano temporaneamente in Italia per la stagione di raccolta per poi tornare nel proprio Paese. Lavoratori che servono subito nei campi. Le raccolte di frutta sono partite con le ciliegie in Puglia, a seguire partirà la raccolta delle albicocche, poi prugne e pesche, sempre iniziando dal Sud, per poi risalire lungo il Paese ed arrivare, grazie ai tempi di maturazione differenziati delle diverse varietà, fino a settembre. A maggio è iniziata la raccolta dell’uva da tavola in Sicilia, a giugno le prime pere, ad agosto le prime mele e l’inizio della vendemmia mentre a ottobre- conclude la Coldiretti – inizia la raccolta delle olive e a novembre quella del kiwi.
Quello che fa specie quindi, alla luce delle richieste degli imprenditori agricoli, è che il governo giallofucsia non si è confrontato con la categoria. Ma piuttosto, con la scusa dell’emergenza raccolto, ha preferito una sanatoria per gli immigrati irregolari, che a Coldiretti non serve a niente.
Adolfo Spezzaferro