Burioni e Capua, quanti soldi si prendono per i salotti tv? Ora indaga anche il Codacons
Roma, 14 mag – Da tre mesi occupano militarmente i salotti televisivi, le dirette Facebook, le trasmissioni radiofoniche; le loro indicazioni dogmatiche monopolizzano le homepage delle testate mainstream – fino al momento in cui i fatti li smentiscono clamorosamente, e allora si traslano magicamente ad un altro dogma, glissando abilmente sullo scivolone precedente. Sono i virologi, che a seconda di come si svegliano la mattina riescono a influenzare drammaticamente i flussi di opinioni e le speranze di «uscita dal tunnel» degli italiani in tempo di coronavirus.
I dubbi della Codacons su Burioni
E ora tanta sovraesposizione mediatica, tanto potere di incidere non solo sull’opinione pubblica, ma anche sui processi decisionali della parte politica, ha suscitato le perplessità del Codacons che ha iniziato a chiedersi se la presenza di questi vip della virologia implichi anche interessi di natura economica. Prendiamo ad esempio la star delle star della virologia, Roberto Burioni, ospite settimanale fisso nella trasmissione di Fabio Fazio Che tempo che fa. La sua partecipazione ad un programma Rai ha iniziato a destare più di un interrogativo, come testimoniato anche dalle centinaia di segnalazioni da parte dei cittadini: innanzitutto, quanto costa a mamma Rai (cioè a noi) la presenza del suscettibile scienziato da Fazio? Perché la sua presenza è così assidua? Panorama riporta il punto di vista di Francesco di Lieto, vicepresidente del Coordinamento per la tutela dei diritti dei consumatori, secondo il quale l’ospitata settimanale a Che tempo che fa «lederebbe il diritto del cittadino a un’informazione plurale, trasparente e scevra da ogni tipo di condizionamento, come ci si aspetterebbe dal Servizio pubblico». Innanzitutto per assenza di contraddittorio – che caratterizza un po’ tutte le puntate della trasmissione di Fazio – e poi per la presenza di un possibile conflitto di interessi, dal momento che il virologo lavora e collabora con multinazionali farmaceutiche.
Conflitto d’interessi?
Il professore è infatti responsabile della Pomona ricerca Srl, attiva nel campo degli anticorpi monoclonali e dello sviluppo di vaccini innovativi «epitopo-based». Sono note le sue collaborazioni con l’Istituto superiore di Sanità, l’Anrs (ente di ricerca francese) e alcune industrie farmaceutiche produttrici di vaccini come GlaxoSmithKline e Sanofi Pasteur. Burioni ha depositato 30 brevetti internazionali, come riporta anche sul suo sito Medical Facts. La domanda del Codacons – che già in passato ha avuto contenziosi con il virologo – è più che legittima: fino a che punto queste attività legate all’industria farmaceutica non inficiano l’imparzialità e l’obiettività delle dichiarazioni dello scienziato? Sul tema, Codacons ha sollecitato da tempo anche Anac e Ordine dei medici, da cui non ha ottenuto risposte.
Questa volta Codacons ha però deciso di alzare il tiro, coinvolgendo anche AgCom e chiedendo l’apertura di una istruttoria chiedendo trasparenza su compensi e rimborsi di cui a oggi hanno contezza «solo Rai e Officina Srl, la società di cui Fazio è socio al 50 per cento, insieme a Magnolia e che a ogni puntata corrisponderebbe a Burioni un gettone di presenza ormai strutturato».
L’esposto alla Corte dei Conti
Non solo: ieri AdnKronos annuncia un esposto alla Corte dei Conti: «Già da tempo Burioni è oggetto di numerose critiche e viene da più parti accusato di eccessivo protagonismo mediatico. Vogliamo tuttavia capire quanto costa il virologo ai cittadini italiani, considerata la sua presenza fissa a ‘Che tempo che fa’, costosissimo programma Rai già oggetto di indagini da parte della magistratura contabile».
L’inchiesta di Panorama «svela infatti un vero e proprio business che vedrebbe coinvolto il virologo e altri suoi colleghi, i quali chiederebbero cachet in denaro per le partecipazioni, anche di pochissimi minuti, alle varie trasmissioni televisive», affonda l’Associazione. Il programma di Fabio Fazio «è finanziato dai cittadini attraverso il canone Rai, e gli utenti hanno tutto il diritto di sapere quanto la rete versa a Roberto Burioni per la sua presenza in trasmissione – prosegue il Codacons – Per tale motivo presentiamo un esposto alla Corte dei Conti, affinché avvii una indagine sulla vicenda e verifichi la congruità dei compensi riconosciuti da Fazio a Burioni, nell’ottica di una totale trasparenza ai fini di possibili danni sul fronte erariale».
Agenzie e compensi
Si viene poi a sapere che Burioni affida le trattative per i compensi a Elastica, società di comunicazione di Bologna, e, scrive il giornalista di Panorama, «quando chiediamo informazioni fingendo di chiamare da una produzione privata, ti rispondono che le richieste di Burioni variano da caso a caso».L’agente chiede per prima cosa la disponibilità economica: «Mi dica il budget». Una volta saputo l’importo, l’agente spiega che il professore «farà le sue valutazioni. Potrebbe decidere di partecipare gratuitamente oppure di chiedere qualcosa in più perché è talmente impegnato che il compenso economico può essere una ragione per fare le cose». Anche la virologa stellata Ilaria Capua, che ha un appuntamento fisso sia sulla tv di Stato che sulle reti private, ha il suo tariffario. «Per un contributo di 10 minuti su Skype o dallo studio televisivo dell’università» spiega l’agente «siamo attorno ai 2 mila euro più Iva. Non andiamo a minutaggio ma se si chiede una presenza di 10 minuti non può essere di un’ora, altrimenti la fee sale». Tutto corretto. Il problema è quando a pagare le star della scienza siamo noi, coi nostri soldi, e ci vengono a dire cosa dobbiamo pensare.
Cristina Gauri