Silvia Romano, Toni Capuozzo: “Governo e ong, mi fate pena. Cosa penso del sequestro”
Un intervento tutto da leggere, quello di Toni Capuozzo sulla liberazione di Silvia Romano, la cooperante italiana tornata dopo un anno e mezzo di prigionia. E tornata convertita all’Islam. Su Facebook, il giornalista scrive: “Se me ne sono stato zitto, finora, una ragione c’è. Penso che le parole attorno a una vittima non servano: bisogna essere solidali con la vittima, con le sue sofferenze, anche se hanno la forma di un sorriso radioso. Per essere più chiaro, penso che Silvia Romano sia stata vittima non solo di un sequestro, ma anche di un uso accorto della sua libertà”.
Poi, però, Capuozzo aggiunge: “Sembra quelle persone che escono da un coma e ti raccontano com’è la soglia diafana della morte, un senso di pace. Dunque per me è ancora vittima e questo esige il silenzio. Tutto il resto? Fa pena”. E Capuozzo si spende nella lista di chi fa pena: “Le ong fai da te che non pensano ai pericoli, non assicurano volontari malpagati. Fanno pena i governanti che allestiscono la passarella a Ciampino e si ritrovano una passarella degli Shebaab. Fanno pena i commenti rancorosi di chi dice che sono soldi buttati, e avrebbe potuto restare là”.
Ma non è finita. Lo sfogo è durissimo. Capuozzo spiega: “Siamo uno Stato dove i familiari dei morti di Bergamo devono pagare le cremazioni, e gli italiani a Cuba devono pagare il volo speciale Alitalia mandato da Di Maio per tornare in Italia ai tempi del virus, ma io sono dell’idea che la vita non abbia prezzo, anche se non sopporto questa disparità di trattamenti. Fanno pena la destra e la sinistra, i giornali di destra e quelli di sinistra. Fanno pena i commenti generosi”. Ne ha per tutti, insomma.
Infine, il giornalista aggiunge: “Fa pena l’imam che si è detto pronto ad accoglierla: pessima propaganda per l’Islam, una conversione così, signor imam. Fanno pena tutti, tranne forse il parroco del Casoretto che non dice nulla, è felice e basta. secondo me. Facciamo pena tutti. Ma lei, Aisha, deve muovere solo a pietà”.