Il “pasticcio” dei reagenti che rende i tamponi inutili
Ai cittadini italiani sono stati chiesti prudenza, cautela e massimo rispetto delle regole. Ma la politica non potrà certamente essere esente da eventuali colpe: tra aperture e direttive poco chiare, cosa si farà per gli strumenti che devono accompagnare questo delicato periodo? I tamponi andranno aumentati, ma non basta limitarsi a un semplice slogan. L’accusa arrivata da Attilio Fontana è stata chiara: “Arcuri insieme ai bastoncini si è scordato di mandare i reagenti, e senza è impossibile processare gli esami”. Ecco perché la Lombardia fa pochi test diagnostici, nonostante è stato confermato a più riprese l’invio di un numero ingente di tamponi.
Il commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell’emergenza Coronavirus ha dato ragione al governatore leghista e perciò si è messo subito all’opera. Questa mattina pubblicherà una “richiesta di offerta” – aperta alle aziende di tutto il mondo – per acquistare kit per i tamponi e reagenti, con l’intento di “acquisire la massima quantità di kit disponibili sul mercato nazionale e internazionale” per distribuire 5 milioni di tamponi a partire dalla prossima settimana. Le offerte dovranno essere comunicate entro 7giorni, impegnandosi a consegnare i prodotti il prima possibile e comunque entro l’arco di 15 giorni.
Le difficoltà
La “richiesta d’offerta” è finalizzata all’approvvigionamento di 3 diverse tipologie di test: molecolari rapidi (possono essere utilizzati anche sul luogo di lavoro), molecolari automatizzati (necessitano di laboratori ad alto contenuto tecnologico) e molecolari compositi (le fasi di analisi, estrapolazione e amplificazione sono separate). Ma c’è un problema che riguarda i reagenti: scarseggiano in tutto il mondo e non sono uguali in tutto il Paese. Il prodotto infatti varia a seconda delle Regioni e all’interno delle Regioni a seconda del laboratorio. Inoltre va considerato che non tutte le Regioni sono in grado di approvigionarsi in modo autonomo.
Senza i reagenti non è possibile aumentare sensibilmente il numero di tamponi da eseguire: si tratta di un aspetto fondamentale nella fase 2. Il compito di Arcuri sarà anche quello di incrociare le offerte pervenute con i fabbisogni regionali, acquistando tutti i kit che sono necessari. Come riportato dal Corriere della Sera, il commissario si è reso assolutamente disponibile a ricevere richieste di supporto per permettere l’incremento della produzione in Italia di kit e reagenti. Ma intanto la Lombardia si rivolge a laboratori stranieri: in attesa degli aiuti da Roma, si spera di avere risposte concrete e positive da Austria, Francia, Slovenia e Svizzera.
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