Viale Jenner, fazioni islamiste si scontrano per il controllo della moschea
Ancora disordini al centro islamico di viale Jenner, questa volta la rissa ha avuto luogo attorno alle ore 22 di domenica quando, in seguito a una lite tra differenti fazioni islamiste, si è passati alle mani e al termine della zuffa due egiziani di ventotto e quarantacinque anni sono finiti al pronto soccorso del Sacco e del Fatebenefratelli.
Venerdì scorso durante la Jumma (preghiera con sermone del venerdì) al Palasharp erano emersi i primi litigi tra i fedeli del centro islamico e i seguaci dell’imam egiziano Elnadi Abdelghani Im Elbeltagi, licenziato dai vertici di viale Jenner con l’accusa di aver cercato di sostituirsi al direttivo mettendo in cattiva luce un altro egiziano, il 53enne Ibrahim Youssef Farag Abdelhamid, subentrato ad interim per statuto come presidente. Intorno alle 18.30 un gruppo di circa 20-30 seguaci di Abdelghani Elbeltagi, dopo aver forzato la porta di accesso, si erano introdotti nell’istituto per pregare. Una specie di temporanea occupazione seguita da un intervento delle forze dell’ordine. Il direttivo di viale Jenner aveva cacciato Abdelghani Elbeltagi in seguito a una sua apertura nei confronti del Caim, sigla più volte finita sotto i riflettori per la vicinanza all’area dei Fratelli Musulmani.
Membri e sostenitori del direttivo Caim sono più volte stati ripresi a manifestazioni in sostegno alla Fratellanza Musulmana e con membri della citata organizzazione, come ad esempio Ahmed Abdel Aziz, immortalato assieme a Salah Sultan (segretario generale del consiglio supremo per gli affari islamici sotto il governo Morsi, segnalato in più occasioni per le sue visioni radicali e per le sue dichiarazioni anti-cristiane e anti-ebraiche al punto che Washington aveva sospeso le pratiche per il conferimento della cittadinanza statunitense), incontro tenutosi all’interno della sede milanese dell’Alleanza Islamica d’Italia, associazione inserita nella black list degli Emirati Arabi in quanto considerata parte della Fratellanza; oppure come Mohamed Abdel Qader, padre di Sumaya Abdel Qader nonché imam di Perugia, fotografato mentre stringeva la mano all’ex presidente islamista egiziano, Mohamed Morsi.
Il Caim è una delle tante realtà islamiche organizzate sul territorio di Milano e Lombardia, ma non è certo l’unica. Il direttivo di viale Jenner potrebbe dunque non aver gradito il tentativo di “infiltrazione” o “apertura” della fazione plausibilmente vicina alla Fratellanza, considerandola un’invasione di campo. Del resto episodi di violenza erano già stati segnalati durante il Ramadan 2014 tra sostenitori e oppositori di Mohamed Morsi. Adesso bisognerà attendere e vedere cosa accadrà nelle prossime settimane, perchè il timore è che si tratta soltanto dell’inizio di una faida tutta interna alla Ummah presente in territorio milanese.
Gli episodi di ieri e di venerdì mostrano come ancora una volta certi ambiti islamici siano ben lontani dal concetto di integrazione, tutt’oggi ancorati a ideologie e giochi di potere che trovano radici nei propri paesi d’origine e che non fanno certo del bene a tutti quei musulmani che vorrebbero lasciarsi queste problematiche alle spalle, nella speranza di poter pregare e basta. IL GIORNALE.IT