Bar e ristoranti riaprono il 1° giugno, ma il 25% rischia di non ripartire più

Ciò a cui rischiano di andare incontro molte attività è davvero preoccupante: una tragedia e una devestazione economica. La riapertura anticipata di bar e ristoranti, annunciata a più riprese dal governo, potrebbe non bastare: in molti preferiscono aspettare regole chiare prima della ripartenza.

Anche perché gli scienziati non hanno usato giri di parole per esplicitare la loro posizione: potranno riaprire dal 1° giugno con regole strettissime. Un settore che è stato già messo a dura prova in queste settimane, registrando perdite per 34 miliardi di euro. E non è detto che il futuro possa essere migliore per tutti. Dalla situazione analizzata dalla Fipe emerge che solamente il 50, 60% ha tirato su la saracinesca. “Gli aiuti non sono mai arrivati. Soltanto l’1,6 % dei gestori è riuscito a ottenere i famosi 25mila euro che il governo aveva assicurato sarebbero stati a disposizione per tutti”, ha fatto sapere Roberto Calugi.

Il direttore generale della federazione pubblici esercenti – che comprende anche società di catering, stabilimenti balneari e discoteche – ha sottolineato quanto sia drammatica la realtà dei fatti: “Il risultato è che 50mila imprese su 320mila sono a rischio chiusura, 350mila lavoratori su 1 milione 200mila potrebbero rimane senza occupazione”. Era stato chiesto sostegno per quanto riguarda il pagamento degli affitti, una collaborazione per la cassa integrazione, “ma niente”. I più penalizzati saranno i ristoratori: gli italiani potrebbero sviluppare un senso di rifiuto per una cena al ristorante, tra mascherine e tavoli distanziati, poiché si vorrebbe evitare di vivere con angoscia anche un momento di svago serale. Certo, c’è sempre l’opzione del cibo da asporto, ma i guadagni non possono assolutamente coprire tutti i costi.

Scatta l’allarme

Considerando le rigide misure anti-contagio che verranno applicate, diversi potrebbero non avere la metratura sufficiente a rispettare le regole di uno o due metri di lontananza “e quindi non avere la possibilità di riaprire”. Come riportato dal Corriere della Sera, sono i bar ad aver tentato maggiormente la riapertura: a Firenze l’80% ha ricominciato a lavorare, in Emilia-Romagna sono operativi il 50% dei bar e il 30% dei ristoranti, a Genova sono in attività l’80% dei bar e il 60% dei ristoranti.

Un altro campanello d’allarme è scattato per i locali di intrattenimento: si dice che le riaperture in tale ambito potrebbero avvenire in autunno o addirittura il prossimo anno. Effettivamente saranno costretti a restare chiusi fino a quando sarà valido il divieto di assembramento. Uno dei settori più colpiti dagli effetti del Coronavirus è il turismo: gli agenti chiedono agevolazioni fiscali per la riapertura, ma al momento dal governo non è arrivata alcuna risposta chiara.

il giornale.it

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