Crolla la fiducia nel governo: italiani sempre più delusi da Conte
Cresce il malcontento degli italiani nei confronti del governo giallorosso, penalizzato dalla poca chiarezza comunicativa, dalle infinite ambiguità e dai pasticci relativi all’ultimo Dpcm.
Un mix di fattori che hanno contribuito al crollo di fiducia verso l’esecutivo: stando all’ultimo sondaggio condotto da Demos per l’Atlante Politico de La Repubblica, la maggioranza è in calo di ben 8 punti rispetto alle scorse settimane. Tuttavia il sostegno (pari al 68%) resta piuttosto notevole, con due italiani su tre che continuano a valutare positivamente le misure intraprese in questi mesi di emergenza.
Per quanto riguarda le stime elettorali, a dominare è ancora la Lega, che può godere del 26,6% (-2,2% rispetto a marzo). Sul podio pure Partito democratico (21,8%, +0,8%) e Movimento 5 Stelle (16,3%, +1,7%). Seguono Fratelli d’Italia (13,6%, +0,1%) e Forza Italia (6,2%, +0,3%). Chiudono Leu (3,6%, +0,1%), Azione (2,5%, +0,5%), Italia Viva (2,2%, – 1,1%) e +Europa (2,0%, -0,3%). Il centrodestra appare nettamente più forte (46,4%) rispetto a un’eventuale coalizione di sinistra allargata formata da Pd e grillini (38,1%).
Giù Conte, boom di Zaia
Nell’ambito del gradimento verso i leader vengono penalizzati coloro che non accettano il clima di unità nazionale. Giuseppe Conte resta saldamente davanti a tutti con il 64% di valutazioni positive, ma in forte calo (-7 punti) rispetto a marzo. Ottimo risultato invece per Luca Zaia, governatore del Veneto, che passa da 48 a 51. Al terzo posto Roberto Speranza (41, +1). Il ministro della Sanità ha sorpassato Giorgia Meloni, che perde 12 punti e si ferma a quota 40. Vi sono poi Emma Bonino (40, +1), Dario Franceschini (38, +2), Luigi Di Maio (37, -5), Attilio Fontana (37, -5). Brutto risultato per Matteo Salvini, che da 46 scende a 37. Infine seguono Nicola Zingaretti (36, -4), Silvio Berlusconi (35, +1), Carlo Calenda (32, +2), Matteo Renzi (20, -5), Vito Crimi (17, -2) e Beppe Grillo (16, -2).
Le motivazioni del crollo subito dal governo vanno ricercate nel caos che si è venuto a creare in questi giorni. Su tutti si è cercato di fare chiarezza sul termine “congiunti”: dopo le Faq pubblicate ieri da Palazzo Chigi restano però ancora molti dubbi e perplessità. Come se non bastasse vi sono anche molteplici punti deboli della fase 2, dall’app che arriverà a metà maggio all’affidabilità dei test sierologici, che provocano incertezze e paure in vista dell’imminente ripartenza di domani, lunedì 4 maggio. Infine l’esecutivo ha dovuto fare i conti con il braccio di ferro con le Regioni: i governatori di centrodestra hanno inviato una lettera al presidente del Consiglio, a cui hanno chiesto maggiore autonomia decisionale per quanto riguarda le riaperture delle attività.
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