Malattia di Kawasaki: cos’è, chi colpisce e i sintomi

Sindrome di Kawasaki. Oltre all’infezione da coronavirus, è questa la malattia infantile che sta tenendo banco nelle ultime ore, visto il sensibile aumento di casi in Italia – per l’esattezza nella provincia di Bergamo, già falcidiata dal Covid-19 – e anche in altri Paesi del mondo

Motivo per il quale ora pediatri ed esperti di malattie infettive stanno studiando un possibile legame con il Sars-Cov-2.

La malattia di Kawasaki è un’infiammazione dei vasi sanguigni dei bambini sulla quale la comunità scientifica si interroga da decenni senza riuscire a trovare una cura. Si tratta di una patologia autoimmune, che provoca febbre e congiuntivite (ma non solo) e che può provocare anche la morte. Facendo un passo alla volta, andiamo a spiegare per filo e per segno tutto quello che si sa su questa infezione.

Che cosa è

La sindrome linfonodale muco-cutanea, detta malattia di Kawasaki è una vasculite – infiammazione dei vasi sanguigni – infantile, che attacca le arterie di piccola e media dimensione, andando soprattutto ad agire negativamente sulle arterie coronarie. Per questa ragione può portare fino al decesso, tramite un infarto del miocardio, la componente muscolare del cuore.

Chi colpisce

Questa infezione colpire soprattutto i bimbi fino ai cinque anni di età. In Italia, per esempio, ogni anno interessa quattordici piccoli su cento mila, una percentuale estremamente bassa. Ora però questo “boom” preoccupante registrato dal reparto di pediatria dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo: nell’ultimo mese sono stati rilevati i casi avuti negli ultimi tre anni. Ecco perché è stato lanciato l’allarme.

I sintomi

Dopo il cos’è e il chi colpisce, veniamo al come si manifesta. Innanzitutto, è bene sottolineare come la sindrome di Kawasaki si manifesta spesso con sintomi non specifici, bensì caratteristici di svariate malattie. Ecco perché è difficile diagnosticarla con certezza fin da subito.

Ciò detto, andiamo a elencare i sintomi più frequenti, partendo da una febbre anche molto alta, sui 40°C che resiste agli antibiotici e agli antipiretici, oltretutto per diversi giorni. Poi, come già anticipato, la congiuntivite in entrambi gli occhi. In aggiunta, una sorta di rash cutaneo sulle labbra, che possono subire sia arrossamenti che screpolature. Per quanto riguarda il cavo orale, un sintomo è quello delle cosiddetta “lingua a fragola”, con puntini bianchi, o una lingue che assume colorazione violacea.

Ma non è tutto. Si possono verificare anche ingrossamenti dei linfonodi del collo e accumulo di liquidi nelle estremità sia degli arti superiori sia di quelli inferiori, con tanto di desquamazione delle dita (sia delle mani sia dei piedi)

Se questi sintomi interessano un bimbo con meno di 12 mesi, con febbre alta per più di una settimana, con emoglobina, albumina e conseguenze sull’attività cardiaca, è assai probabile che l’infezione è in corso.

Durata e trattamento

La malattia di Kawasaki rimane un mezzo mistero per la scienza e la medicina, dal momento che non esiste una cura vera e propria, ma può essere affrontata con successo innanzitutto se prognosticata in tempo e con un ciclo di immonuglobuline, mentre in fase acuta esistono trattamenti a base di steroidi o Inflimixab.

Ciò detto, può anche passare da sola dopo una durata media che va da un mino di 2 a un massimo di 12 settimane. Ma esistono anche casi in cui la sindrome ha durata superiore ai tre mesi.

il giornale.it

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