“Dov’è papà”: ecco le strazianti immagini e il dolore del figlio del poliziotto ucciso (video)
Un video che definire straziante è dire poco. L’omaggio dei colleghi di Pasquale Apicella morto due giorni fa a Napoli è da brividi. Ma ancor più drammatica è la scena della famiglia dell’agente ucciso nel violentissimo impatto tra la sua volante e l’Audi A4 sulla quale viaggiavano i quattro criminali, tutti provenivano dal campo di Giugliano in Campania, a Nord del capoluogo partenopeo.
Le lacrime dei familiari affacciati al balcone, mentre i colleghi di Pasquale gli rendono omaggio con le sirene spiegate sta commuovendo tutti. Scene che non dimenticheremo. Lacrime incessanti quello delle donne di famiglia, tra le quali si ascolta il pianto della bimba più piccola dell’agente; e la domanda del più grandicello: “Dov’è papà”? Già, il papà non c’è più. L’agente Pasquale lascia infatti la moglie di 32 anni e due figli piccoli, un maschietto di 6 anni e una bimba di appena 3 mesi.
“Fai l’applauso ai colleghi di papà”
Pasquale, che tutti chiamavano Lino, era legatissimo alla sua famiglia. Alla domanda del piccolo c’è uno zio che risponde come se parlasse a un adulto: “Guarda, lo stanno salutando i suoi amici colleghi”, dice con la voce che gli si strozza in gola. “”Vedi? Ora scendono i suoi colleghi”, ripete, come se gli stesse raccontando una favola bella. Mentre in sottofondo le urla e le lacrime dei parenti sono un cazzotto allo stomaco. Inaccettabile, quel che è accaduto ha spezzato il cuore agli italiani.
I colleghi fanno scattare le sirene per dare il loro saluto a Pasquale Apicella. L’uomo dice al piccolo: ” Fai l’applauso ai colleghi di papà”. Come se si trattasse dello spettacolo più bello del mondo. Il papà è lì, nel cuore dei colleghi. Da grande il bimbo capirà.
Nella Polizia di Stato Pasquale era entrato nel dicembre 2014. Iniziò a lavorare nell’ufficio del personale della Questura di Milano. Nel 2016 si avvicinò alla sua Napoli approdando nella Questura di Roma, nel Commissariato Trastevere. Nella sua città natale ci è arrivato nel dicembre 2019, prima in forza al commissariato Scampia e poi in quello di Secondigliano. Viveva con moglie e figli a Marano, città dell’hinterland partenopeo dove abitano i suoceri.