Luigi Di Maio, le aziende fuggono dall’Italia per il decreto Dignità e lui si difende così: “Non è colpa mia”
Se Foodora lascia l’Italia non è colpa mia. Il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio nega che ci sia il decreto dignità (che fissa regole più rigide sui contratti a tempo determinato) dietro la decisione della società che consegna cibo a domicilio di abbandonare il nostro Paese. «Tra ieri e oggi si sta cercando di dare al mio impegno per la dignità dei lavoratori la colpa del fatto che Foodora sta lasciando l’Italia. È vero che Foodora va via, ma qualcuno sa davvero il perché?», ha scritto ieri Di Maio sul suo profilo Facebook: «Vi do qualche informazione in più. Foodora lascia non solo l’Italia, ma anche la Francia, l’Australia e l’Olanda perché, spiega l’azienda: “il mercato è troppo difficile”. Quindi non per le tutele dei lavoratori che noi vogliamo aumentare. Quello che spinge le aziende a investire più o meno è la legge della domanda e dell’offerta, non la presenza dei diritti dei lavoratori. Sulla pelle dei nostri giovani non si lucra più».
Di diverso avviso Maria Stella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera, che al post di Di Maio su Facebook risponde via tweet: «Sulla vicenda di Foodora, che anche a causa del decreto dignità ha deciso di abbandonare l’Italia, Luigi Di Maio dopo aver lanciato il sasso prova a nascondere la mano. Il ministro del Lavoro scappa dalle sue responsabilità e dalle conseguenze delle sue azioni».
Qualche giorno fa la società tedesca Delivery Hero, proprietaria del marchio Foodora, ha annunciato l’addio al mercato italiano mettendo in vendita il proprio brand. Fin quando però non si troverà un acquirente, i fattorini vestiti di rosa continueranno a sfrecciare con le loro bici lungo le strade delle nostre città.