La Sicilia in balia degli sbarchi. Il governo vuole accogliere tutti
Nonostante le preoccupazioni dei sindaci e degli amministratori del territorio, per adesso il Viminale sembra aver scelto la sua strada nella gestione degli sbarchi di migranti in tempi di coronavirus: verranno cercate delle strutture idonee ad accogliere le persone che, da qui in avanti, arriveranno a bordo dei barconi.
Del resto, lo ha ribadito ieri in audizione alla commissione affari costituzionali della Camera lo stesso ministro Luciana Lamorgese: “Dobbiamo fare rispettare le quarantene, anche ai migranti bisogna far applicare le misure di distanziamento sociale – ha dichiarato la titolare del Viminale – Servono strutture ad hoc”. E la Prefettura di Agrigento, nelle scorse ore, ha già predisposto il bando: nella sede dell’ente ci sarà tempo fino alle ore 9:00 del 24 aprile per far pervenire le manifestazione di interesse dei vari operatori economici. Eppure da questo territorio, il più esposto ad una possibile crisi migratoria, sono arrivate ben altre indicazioni, anche nelle ultime ore.
I toni del malcontento che questa situazione sta generando non sono infatti tardati a farsi sentire questa mattina da parte dei sindaci delle due città che, in prima linea, devono confrontarsi con gli sbarchi autonomi dei migranti. Sia il primo cittadino di Porto Empedocle Ida Carmina, che il collega di Lampedusa Salvatore Martello, nel corso di un’audizione in video collegamento alla riunione del Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen che si è svolta nelle scorse ore, hanno messo in evidenza i problemi che hanno dovuto affrontare da soli negli ultimi giorni, con gli arrivi inaspettati da parte dei migranti provenienti dal continente africano.
A prendere la parola è stato prima il sindaco di Porto Empedocle, esponente del Movimento Cinque Stelle :“La nostra popolazione- ha detto il primo cittadino-è stata sempre accogliente ma adesso, con l’emergenza Covid-19, il problema diventa più grande. Questi sbarchi mettono in pericolo la nostra popolazione. Tutti noi siamo soggetti a restrizioni delle libertà personali, siamo chiusi in casa e poi assistiamo a scene in cui i migranti, ospitati peraltro in strutture non adeguate e senza vigilanza, non rispettano le regole. Queste devono valere per tutti altrimenti si viene a creare una situazione di allarme sociale come peraltro avvenuto negli scorsi giorni con le proteste dei nostri cittadini. Ho anche protestato con la prefettura di Agrigento con la quale mi sono collegata e subito dopo ho appreso che alcuni migranti erano usciti tranquillamente e uno di loro ha perfino rubato un’auto ad un nostro concittadino provocando anche un incidente. Mancano le strutture idonee, manca la vigilanza. Non si può più gestire il fenomeno migratorio con i criteri e le modalità finora adottate perché poi siamo noi a dover fare i conti con la realtà.”
A dare manforte alla collega Carmina, il sindaco di Lampedusa che ha esposto i problemi che gli arrivi stanno causando proprio perché si aggiungono ad una situazione già delicata per via del coronavirus all’interno di un territorio dove le strutture sanitarie sono insufficienti. “Il problema- ha detto il sindaco- è che in questa emergenza sanitaria stiamo assistendo ad una confusione di ruoli, scarsa conoscenza delle regole e scarsa percezione del problema. Abbiamo 115 migranti a fronte di 96 posti nell’hotspot”.
“La gente è venuta sotto il comune a manifestare chiedendo perché ci fosse un trattamento diverso tra i residenti che vengono multati se escono mentre i migranti invece girano liberamente – ha aggiunto Martello – Problema di ordine pubblico che siamo riusciti a contenere per fortuna, ma manca la vigilanza, bisogna controllare. Ho avuto rassicurazioni che la prossima settimana sarà collocata una nave di fronte Lampedusa per poter far effettuare la quarantena a chi sbarca. Non si riesce a capire il disagio che noi sindaci proviamo”. Poi la preoccupazione sulle attività alla base dell’economia dell’isola maggiore delle Pelagie: “Il turismo a Lampedusa non ripartirà, questa è la verità, le imprese sono fallite.”
Da una parte quindi la voce di chi si ritrova a gestire direttamente sul territorio situazioni, per le quali sono spesso necessarie decisioni veloci con le conseguenze che ne derivano nel bene e nel male. Dall’altra parte, è da registrare l’appoggio arrivato agli amministratori locali anche da chi, all’interno del Parlamento, siede tra i banchi della maggioranza. I parlamentari del Movimento Cinque Stelle, Filippo Perconti e Paolo Ficara, sono stati ad esempio i firmatari di una lettera inviata al ministero dell’Interno. I due deputati, insieme ad altri colleghi siciliani grillini, hanno sollecitato un intervento del ministro Luciana Lamorgese affinché siano garantiti efficaci controlli lungo le coste della Sicilia. Ne è seguita anche un’interrogazione a risposta in Commissione indirizzata ai ministeri dell’Interno e della Salute con la quale è stato chiesto, tra le altre cose, “quali iniziative urgenti intende adottare il Governo per risolvere una situazione potenzialmente drammatica, al fine di garantire la sicurezza della popolazione e la tutela della salute”.
Intanto venerdì prossimo, 24 aprile, scadranno i termini di presentazione della manifestazione d’interesse da parte degli operatori economici, per mettere a disposizione unità navali battenti bandiera italiana idonee a garantire la quarantena dei migranti giunti sul territorio nazionale a seguito di sbarchi autonomi. Il relativo avviso è stato pubblicato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: “Mi auguro che al più presto venga assicurato a Porto Empedocle e a Lampedusa quello che è stato già assicurato alla città di Palermo – afferma in merito il deputato Filippo Perconti, da noi raggiunto – ovvero la possibilità di garantire la quarantena ai migranti anche attraverso l’utilizzo di una nave”.
Un’altra interrogazione al ministro dell’Interno sulla vicenda, è stata posta dal deputato leghista Alessandro Pagano con la quale si chiede “quali iniziative il Governo intenda adottare nell’immediato per impedire gli arrivi e gli sbarchi irregolari sulle coste della Sicilia”. La questione quindi è destinata a caratterizzare questa delicata fase contraddistinta di emergenza sanitaria, ma potrebbe anche spingersi oltre: in tanti, tra amministratori locali e parlamentari, temono un’impennata di sbarchi a partire dai prossimi giorni, quando le condizioni meteo dovrebbero essere ulteriormente favorevoli per la partenza di numerosi barchini dalle coste nordafricane. Questo genererebbe ulteriori condizioni di difficoltà: tra marzo ed aprile, sono sbarcati in Sicilia complessivamente quasi 700 migranti, a fronte degli oltre 1.000 arrivati soltanto a febbraio.
Eppure la gestione del sistema di accoglienza si è rivelata più problematica in queste settimane che all’inizio dell’anno, proprio perché l’emergenza coronavirus ha reso tutto molto più complicato. Ecco il motivo per il quale si chiede, anche dagli ambienti della maggioranza, di fare presto: quel bando della Prefettura accennato ad inizio articolo, sta allarmando e non poco i principali amministratori del territorio. Potrebbe costituire il preludio a nuove situazioni di difficoltà, a nuove manifestazioni di insofferenza da parte dei cittadini per via della creazione di altre strutture dedicate all’accoglienza. I sindaci ed i deputati scommettono sull’arrivo di una nave in cui far trascorrere le quarantene, ma potrebbe non bastare. Ed in Sicilia sembra essere partita già un’autentica corsa contro il tempo.
il giornale.it