Immuni, finanziamenti della Cina nella app scelta dal governo contro il Coronavirus: il rischio, dati italiani in mano straniere
I cinesi entrano anche nella storia dell’app Immuni, un’applicazione, infilata nello smartphone di milioni di italiani, in grado di avvertire (almeno questa è la speranza del governo) sul rischio di un contagio tutti coloro che nei giorni precedenti abbiano incrociato un positivo al coronavirus. Lo scrive la Stampa che svela come anche in questo caso l’Italia abbia denotato una evidente debolezza strategica, favorendo così l’interessamento di capitali stranieri provenieti dall’Est. Il commissario all’emergenza Domenico Arcuri – su incarico della ministra per l’ Innovazione Paola Pisano – ha affidato l’incarico di sviluppare la app alla società Bending Spoons, che oltre a essere finanziata anche dai cinesi, è sviluppata da ricercatori svizzeri, al punto che una parte dell’affaire potrebbe ricadere sotto la vigilanza di un governo – quello cantonale – che non appartiene alla Ue.
La vicenda finirà domani -mercoledì 22 aprile – all’ attenzione del Copasir, il Comitato per i Servizi: a portarcela sono stati Enrico Borghi, il rappresentante del Pd nel Comitato ed Antonio Zennaro, capogruppo dei Cinque stelle, vicino al presidente del Consiglio e assai meno a Luigi Di Maio. Chiederanno che siano interpellati i Servizi per capire se la sicurezza nazionale sia in qualche modo a rischio.