Allarme Confesercenti: una impresa su tre ha paura di non riaprire mai più
Roma, 18 apr – Mentre il governo è alle prese con gli esperti per dare via alla fase 2 e far ripartire le imprese, molte attività potrebbero non riaprire. Il 32% delle piccole e medie imprese di commercio e turismo ritiene che la lunga serrata generale potrebbe comunque averle messe a rischio di chiudere definitivamente. E un ulteriore 35% teme di chiudere se l’emergenza coronavirus dovesse protrarsi ancora. A lanciare l’allarme è Confesercenti sulla base dei dati disponibili e di sondaggi agli imprenditori somministrati con Swg.
Con riapertura il 4 maggio, 30 miliardi di fatturato in meno
Nel dettaglio, il 57% degli imprenditori di commercio e turismo è più preoccupato per la recessione economica che dei contagi. Anche con una ripartenza graduale a partire dal 4 maggio, infatti, la serrata generale costerà alle imprese nel 2020 oltre 30 miliardi di euro di fatturato: fino ad un terzo di quello annuale per pubblici esercizi (-29,4%), attività ricettive (-31%) e ambulanti (-32,9%), settore quest’ultimo in stato precario ormai da anni. Cancellato, in media, anche il 19,4% dei ricavi annuali delle imprese del commercio non alimentare. Arriva a perdere il 25,7% del fatturato l’abbigliamento, che dopo un decennio di crisi rischia il baratro con la perdita dell’intera stagione primaverile, la merce giacente ed i pagamenti che scadono.
Serve una linea di credito aggiuntiva
L’impatto dell’emergenza dovrebbe durare fino a dicembre, in parte per le restrizioni che resteranno comunque in vigore, in parte per un probabile comportamento di spesa delle famiglie ancora condizionato dall’epidemia. Per far fronte alla caduta di fatturato oltre la metà delle imprese valuta di utilizzare la possibilità di chiedere una linea di credito aggiuntiva pari al 25% del fatturato dell’anno precedente: il 23% ha intenzione di farlo subito, mentre il 30% è ancora indeciso.
Interventi del governo bocciati dal 73% delle imprese
Una cosa è certa, gli interventi di sostegno messi in campo dal governo Conte vengono bocciati dalle imprese: il 73% li ritiene “poco” o “per niente adeguati”. “Le attività hanno già subito forti perdite e continueranno a subirne, in virtù della lentezza della ripresa e delle difficoltà, incertezze, ad essa collegate”, spiega la presidente di Confesercenti Patrizia De Luise. “Le misure messe in campo dal governo per assicurare liquidità alle imprese vanno accelerate e rese certe; ma non basteranno comunque a colmare i mancati ricavi e redditi. Servono forme di indennizzo o finanziamento a fondo perduto – spiega -, commisurati al valore dei mancati redditi, per dare la possibilità alle imprese ed agli imprenditori di non chiudere definitivamente. Per avviare la fase di riapertura in sicurezza, invece, occorre accelerare sui protocolli di sicurezza per dare modo alle imprese di adeguarsi”.
Adolfo Spezzaferro