Ora Italia Viva minaccia il governo: “Salvini chiuse i porti, non finì bene”
I nostri porti non sono più sicuri “perché abbiamo in atto un’epidemia che vede pesantemente coinvolte le nostre strutture sanitarie, logistiche e di sicurezza”, ha chiarito ieri il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli nel consueto punto stampa sull’emergenza coronavirus.
Il riferimento è al decreto firmato dai titolari di quattro dicasteri, Interno, Trasporti, Salute ed Esteri, che disciplina la chiusura degli approdi italiani fino a quando l’epidemia di Covid-19 sarà cessata.
Fino a quel momento, mette nero su bianco il governo, i porti della Penisola saranno chiusi per l’impossibilità di garantire “i necessari requisiti sanitari richiesti dalla convenzione di Amburgo”. Ma da ieri si moltiplicano i malumori anche nella maggioranza per una decisione che molti, dal Pd a Leu, passando per Italia Viva, non condividono. Il renziano Luciano Nobili via Twitter, avverte Conte: “Se la memoria non mi inganna un governo che chiudeva i porti a chi rischia di morire nel nostro mare e che minacciava di uscire dall’Europa l’abbiamo già avuto, era il governo di Salvini, non è finito bene, non ricominciamo adesso”.
Ieri un’altra deputata di Italia Viva, Raffaella Paita rievocava i “fantasmi del passato”. “È un decreto che in questa forma avrebbe potuto essere stato concepito da Salvini e, se lo avesse fatto, gli stessi che oggi lo hanno firmato sarebbero insorti”, ha detto ieri la capogruppo del partito di Matteo Renzi in commissione Trasporti. Paita definisce quella di ieri “una brutta pagina della storia non solo solidale ma anche della marineria italiana”.
E i mal di pancia ci sono anche fra i Dem. La deputata Enza Bruno Bossio ricorda che “nessun governo può chiudere i porti”. Si intitola così l’ultimo post sul suo blog. “Mi piacerebbe – scrive su Twitter – che anche nei momenti più terribili, una nazione, un popolo possa non perdere di vista i valori fondanti della vita, sicurezza, protezione, diritti umani possono stare insieme, sempre”.
Ieri anche Matteo Orfini, sempre su Twitter, aveva criticato il provvedimento varato dall’esecutivo. “Chiudere i porti a chi salva vite – aveva scritto – era inaccettabile quando lo faceva Salvini, lo è anche oggi”. “Si può garantire la sicurezza ad esempio con la quarantena a bordo della nave”, è la proposta del parlamentare Dem, che chiede di non rinunciare a “salvare vite, soprattutto in giorni in cui tutti misuriamo l’importanza della solidarietà”.
La chiusura dei porti è un “errore” anche per il deputato di Leu, Erasmo Palazzotto. Nicola Fratoianni, di Sinistra Italiana, assieme ad un gruppo di parlamentari ieri ha fatto appello al governo per revocare il decreto definito “sbagliato e incomprensibile”. “A chi rischia il naufragio non va negato il soccorso”, scrive su Twitter. “Siamo in emergenza sanitaria – incalza – e allora siano predisposti protocolli di tutela della salute di tutti e tutte”. I Radicali di +Europa attaccano l’esecutivo. “M5S, Pd e Leu? Sono esattamente sulla linea di Salvini”, è l’accusa di Carmelo Palma, dirigente del partito.
Che i porti italiani non siano più sicuri “è falso dal punto di vista tecnico oltre che grave e sbagliato politicamente” rincara il deputato di +Europa Riccardo Magi, che ieri ha sottoscritto lo stesso appello firmato da Fratoianni e Orfini.
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