Coronavirus, il sindaco di Nembro: “Anagrafe piena di morti e infettati, non possiamo registrare i decessi”
La situazione coronavirus in Lombardia è drammatica. Tra le zone più colpite c’è Nembro, comune in provincia di Bergamo che conta 11.500 abitanti. “Il nostro mondo è stato stravolto – spiega il sindaco Claudio Cancelli -. In un anno normale avevamo un morto ogni tre giorni. A marzo una media di 5 morti al giorno, con punte di 10. Ora siamo a 3. E tanto basta per vedere un filo di luce”. Una situazione critica al punto che l’assistenza ai pazienti dializzati positivi al Covid, non la fa né l’Asl né la Protezione civile, “se non li accompagniamo noi – si sfoga il primo cittadino sulle pagine della Stampa -, muoiono in casa”. I decessi a Nembro sono talmente tanti che non si sapeva più come registrarli: “L’ufficio anagrafe non esisteva più: un impiegato morto, gli altri tre contagiati. Altre due dipendenti hanno cambiato ufficio, guidate al telefono. Una pensionata è venuta a lavorare gratis”.
Lo sconforto di Cancelli c’è ogni sera, “ogni volta che raccolgo i nomi dei morti”. Così come “la delusione di fronte alle polemiche tra politici, alle diatribe tra Regione e governo”. Nessuno – conclude il sindaco – li ha protetti: “Lo Stato è stato incapace di gestire anche gli aspetti organizzativi e logistici più semplici. E non ci sono state direttive chiare e uguali per tutti”. Il futuro sembra impensabile, almeno per un comune dimezzato.