Coronavirus, a Parma se non ti dichiari antifascista il Comune ti nega i buoni spesa
Roma, 3 apr – Fino a che punto può spingersi la mannaia ideologica dell’ottuso antifascismo? Difficile dirlo, a riguardo ormai non riusciamo a stupirci più di nulla. Ma la pensata del Comune di Parma supera anche le più nefaste previsioni, perché forse neppure le menti visionarie della letteratura distopica sarebbero riuscite a prefigurarci una discriminazione ideologica in piena pandemia. E invece la giunta guidata dall’ex grillino Pizzarotti ci è riuscita, partorendo una discriminazione tanto inaccettabile quanto puramente delirante. Prova ne è che un cittadino italiano in difficoltà economica e residente a Parma, è costretto a dichiararsi antifascista se intende far domanda per ottenere i buoni spesa previsti dal governo ed erogati dal Comune in via emergenziale per venire incontro a chi adesso non riesce ad acquistare neppure generi alimentari.
Sì, avete capito bene, e se siete residenti nel comune emiliano potete tranquillamente fare una prova. Vi basterà andare sul sito del comune a questo indirizzo e iniziare a compilare l’apposito modulo per i buoni spesa. Come segnala sulla propria pagina Facebook Emanuele Bacchieri, di CasaPound Parma, “in pochi semplici passaggi si arriva alla pagina finale, dove sono riportate le condizioni a cui l’erogazione dei buoni è vincolata. E….Sorpresa! IL BOLLINO ANTIFASCISTA È ANCHE QUI! Quindi chi non si allinea al pensiero unico per il sindaco Pizzarotti può tranquillamente morire di fame? ALLUCINANTE!”.
Il modulo per ottenere i buoni spesa
Ma leggiamo bene cosa dovrebbe dichiarare ad esempio, secondo il Comune di Parma, una persona in difficoltà che ha bisogno di un buono spesa: “Di ripudiare il fascismo”, “di non professare e fare propaganda di ideologie xenofobe, razziste, sessiste” e “di non compiere manifestazioni esteriori di carattere fascista e/o nazista, anche attraverso l’utilizzo di simbologie o gestualità ad essi chiaramente riferiti”.
Incredibile, ma purtroppo vero. Come fa notare CasaPound Italia, sulla propria pagina Facebook, è un po’ come dire: “Se non ti dichiari antifascista, non mangi”. Cpi chiede di conseguenza le “dimissioni di Sindaco e Giunta” che “dopo questa assurda trovata dovrebbero a questo punto essere il minimo”. Il minimo davvero, perché servirebbero al contempo pronte scuse a tutti coloro che in un momento di drammatica difficoltà economica si sono trovati davanti anche questa indegna “selezione antifascista”.
Alessandro Della Guglia