Matteo Renzi: “L’Italia deve riaprire, col coronavirus impareremo a conviverci”
Il concetto di base può essere anche condivisibile – “con questo virus avremo a che fare per mesi e mesi ancora, quindi dobbiamo imparare a conviverci” -, ma poi, come spesso gli capita, all’ex premier Matteo Renzi la situazione sfugge di mano, tanto da lasciarsi andare in auspici e indicazioni che mentre il Paese non ha ancora raggiunto il picco dei contagi sembrano assolutamente premature. “Serve subito – spiega in una intervista ad Avvenire – un piano per la riapertura, innanzitutto delle fabbriche, che devono rimettersi in moto prima di Pasqua. Poi il resto. I negozi, le scuole, le librerie, le messe…”. Insomma , mentre i dati di ieri parlavano di quasi mille morti (record) e il governo si appresta a prorogare la stretta fino al 18 aprile, il leader di Italia Viva lancia un appello a riaprire tutto e soprattutto i posti di lavoro entro il 12 aprile (Pasqua, appunto).
L’ex segretario del Pd è talmente convinto da indicare anche un’altra data che riguarda l scuola: “I ragazzi – sottolinea – hanno il diritto di essere valutati e il governo ha il dovere di permetterlo. E allora faccio una proposta concreta: si torni a scuola il 4 maggio. Almeno i 700mila studenti delle “medie” e i 2 milioni 700mila delle “superiori”. Tutti di nuovo in classe, mantenendo le distanze e dopo aver fatto comunque tutti un esame sierologico: una puntura su un dito e con una goccia di sangue si vede se hai avuto il virus”.
Magari si potrebbe ricordare a Renzi che a oggi in Italia ci sono molti medici che faticano a ricevere un tampone e tanti operatori sanitari e della sicurezza che sono costretti ad operare senza mascherine o con protezioni inadeguate. Prima che alla riapertura forse andrebbe fatto un appello perché il Paese si doti il prima possibile dei mezzi minimi che consentono di contenere il contagio.