Continua il viavai dei migranti. FdI: “Multe alle cooperative”
“Non è cambiato nulla, gli ospiti dello Sprar continuano a fare come gli pare”. Riccardo è sconfortato, si sfoga per telefono, non riesce a trattenere la rabbia.
“La gente è stanca, questa disparità di trattamento rischia di scatenare una guerra tra poveri”, ci dice. Lui è uno dei residenti del VI Municipio, alla periferia est della Capitale, che nelle scorse settimane hanno denunciato il viavai di migranti da alcune strutture di accoglienza presenti sul territorio. Prima dallo Sprar di via di Tor Vergata, poi da quello di via della Riserva Naturale. In entrambi i casi le scene erano le stesse. Ed i cittadini le avevano documentate con fotografie e video. Immagini che hanno fatto il giro dei social network, lasciando davvero poco spazio alle congetture. L’emergenza coronavirus è arrivata anche a Roma, la città è praticamente deserta, eppure gli stranieri si allontanano indisturbati dai centri di accoglienza. Si muovono in gruppo, senza rispettare la distanza interpersonale e senza mascherine.
Il caso era presto salito agli onori della cronaca, aveva fatto parlare i giornali per qualche giorno. Dopodiché si sono spenti i riflettori, ma il problema non è stato risolto. Una vera beffa per quei romani che da settimane se ne stanno chiusi in casa, e per chi ha abbassato la saracinesca e adesso rischia il baratro. Ma anche uno schiaffo all’intero Paese, che lotta senza quartiere contro un nemico terribile come il Covid-19. “Anche oggi – prosegue Riccardo – gli ospiti del centro di via della Riserva Naturale erano a spasso”. “Quel posto è un porto di mare, li vediamo andare e venire a tutte le ore del giorno e della notte, il cancello è sempre aperto e non c’è nessun tipo di vigilanza, neppure ora che spostamenti e assembramenti sono vietati”. “Passano le giornate nel parchetto vicino al centro, cucinano, bivaccano e nessuno gli dice niente”, denuncia Riccardo. Così i migranti beffano le misure anti-contagioPubblica sul tuo sito
Sulla questione è intervenuto anche Nicola Franco, consigliere di Fratelli d’Italia in VI Municipio. “Sul nostro territorio insistono i due terzi degli Sprar romani, stiamo parlando di una ventina di strutture che ospitano circa duemila persone”, spiega il consigliere. “Se non si mette un freno ai continui spostamenti – avverte allarmato – rischiamo un picco di contagi, il quartiere è in subbuglio e ogni giorno arrivano nuove segnalazioni”. “Abbiamo provato a chiedere chiarimenti alle cooperative che gestiscono i centri, ma è stato un buco nell’acqua – annota con amarezza – dicono che non possono sequestrarli”. Una risposta pilatesca per l’esponente di centrodestra. “Il governo ha inasprito le sanzioni per chi aggira le misure restrittive, bene, propongo che a pagarle siano le cooperative”.
Il fenomeno è stato anche oggetto di un’interrogazione parlamentare presentata dal vicepresidente della Camera Fabio Rampelli. “La scorsa settima ho scritto al premier Conte e ai ministri Lamorgese e Speranza – racconta il deputato – ma ancora non ho ottenuto risposta”. “Domani stesso chiamerò il questore per chiedere controlli mirati e soprattutto che vengano presi provvedimenti contro chi gestisce gli Sprar in una maniera così scriteriata, in ballo c’è la salute pubblica”, chiarisce. Il sospetto, aggiunge Rampelli, è che “all’interno dei centri non venga fatta nessuna attività di informazione, se gli ospiti fossero messi a conoscenza dei rischi che corrono, probabilmente, ci penserebbero due volte prima di uscire”.
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