“Voglio un figlio maschio”: islamico tunisino massacra di botte e stupra la moglie italiana per 7 anni. Arrestato
Un’altra masochista italiana si sposa con un immigrato islamico. A Vicenza una trentasettenne è stata massacrata di botte, umiliata e stuprata per sette anni dal marito tunisino di religione islamica: “Voglio un figlio maschio!”. Bestia arrestata.
Ha vissuto sette anni d’inferno una nostra connazionale di Vicenza, sposata con un tunisinodi 37 anni che da tempo esercitava un controllo assoluto sulla sua vita. Molteplici le violenze che sarebbe stata costretta a sopportare, fino ad arrivare allo stupro.
La donna, madre di due bimbe di 6 e di 3 anni avute con il marito-padrone, sarebbe rimasta in silenzio per tutto questo tempo proprio perché completamente assoggettata dal compagno, che regolamentava le sue uscite ed i suoi spostamenti. Non solo. Dal momento che frequentazioni extrafamiliari e contatti con l’esterno erano pressoché preclusi, questa era ovviamente incapace di provvedere economicamente a se stessa ed alle sue figlie.
L’incubo per l’italiana sarebbe cominciato nel 2011, durante la sua prima gravidanza, quando il compagno avrebbe mostrato la sua reale indole. Ben 7 lunghi anni di umiliazioni e di insulti, obblighi d’abbigliamento da rispettare, uscite comandate e brutali percosse, subite anche di fronte alle bambine.
Stando alle ricostruzioni, soltanto nel settembre di questo anno la donna avrebbe trovato il coraggio di chiudere una volta per tutte questa malsana relazione, chiedendo la separazione dal marito.
Il tunisino, ben lungi dal rispettare la scelta della compagna, sarebbe diventato ancora più violento. Impensabile, per lui, accettare un simile atto di ribellione da parte della donna che fino ad un momento prima era riuscito a tenere così bene in pugno.
Secondo quanto riportato da “Il Gazzettino”, le violenze sessuali sarebbero cominciate a questo punto. “Voglio un figlio maschio dopo due femmine” sarebbe stata la folle pretesa accampata dall’uomo per motivare gli stupri.
Di questo orribile caso di violenza domestica si è occupato il pubblico ministero Maria Elena Pinna, che ha terminato le indagini riguardanti il tunisino. L’uomo, che nega ogni addebito, dovrà dunque rispondere di accuse molto gravi, avvalorate anche da alcuni referti medici redatti in pronto soccorso, che accertano la veridicità della terribile storia raccontata dalla moglie.