Bruno Vespa osa criticare le Ong. In Rai si scatena la vendetta: doppio esposto contro di lui


L’apparato Rai si muove – di nuovo – contro Bruno Vespa. Il consigliere di amministrazione eletto dai dipendenti, Riccardo Laganà, e il segretario dell’Usigrai, il sindacato interno dei giornalisti, Vittorio di Trapani, hanno presentato un doppio esposto contro il conduttore di Porta a Porta. La sua colpa? Aver domandato che fine abbiano fatto nel Ong tipo Medici senza frontiere nel corso della crisi coronavirus.

Vespa chiede: “Dove sono le Ong?”

“Ricordate Medici senza frontiere? Quando dovevano soccorrere i migranti facevano bene, lo facevano con le loro navi e la scritta Medici Senza Frontiere era molto visibile sulle loro tute. Adesso sono scomparsi. O meglio, forse sono nascosti nelle corsie di Bergamo, di Brescia, di Cremona. Forse non vogliono far sapere che sono lì e stanno lavorando eroicamente? Ma se per caso non ci fossero, forse sarebbe il caso di ricordagli che c’è bisogno di loro in questo momento, anche se non c’è politica”, ha detto Vespa, per altro dalla sua pagina Facebook.

Il doppio esposto contro il giornalista

Tanto è bastato perché Laganà e Di Trapani andassero su tutte le furie, presentando quel doppio esposto al Comitato per il Codice etico della Rai e al Consiglio di disciplina dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio, del quale hanno poi dato notizia con una nota congiunta. ”La richiesta – hanno spiegato Laganà e Di Trapani – è quella di valutare, ciascuno per le proprie competenze, profili disciplinari e deontologici rispetto alle accuse rivolte da Vespa nei confronti di una Ong, seccamente smentite dai diretti interessati”. Secondo Laganà e Di Trapani questo fatto avrebbe “esposto la Rai a rischi di immagine da parte di un proprio collaboratore”. Una spiegazione piuttosto traballante, anche perché è ormai evidente Laganà e Di Trapani hanno ingaggiato una crociata contro Vespa e a Porta a Porta.

Vespa: “Prove di censura sovietica. Non riusciranno”

Loro stessi, del resto, non fanno nulla per nasconderla. Nello stesso comunicato in cui chiedono la testa del collega, infatti, tornano sulla puntata precedente dello scontro: quella sulla sospensione di Porta a Porta, dopo che aveva ospitato Nicola Zingaretti poi risultato contagiato. I due si rammaricano che Vespa non sia stato sanzionato per aver mostrato il proprio disappunto per la decisione. E ci riprovano. Vespa, dal canto suo, si è limitato a constatare che “il consigliere Laganà e il segretario dell’Usigrai Di Trapani stanno programmando un sistema di censura sovietico“. “Non ce la faranno”, ha chiarito.

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