Covid-19, cameriere picchiato in Spagna perché italiano: “Ci hanno dato la colpa del contagio”
Un cameriere picchiato; un altro obbligato a indossare la mascherina anche se non era stato in Italia di recente; persone costrette a trovarsi alloggi alternativi a quelli in cui abitavano, perché di fatto cacciati dai coinquilini. Sono alcuni degli episodi di discriminazione nei confronti degli italiani registrati in Spagna, prima che Madrid si rendesse conto che la diffusione del coronavirus era un problema globale e non italiano.
L’autoisolamento della comunità italiana
“La Spagna continuava a credere che il problema veniva dall’Italia“, ha spiegato all’Adnkronos il presidente dei Comites di Madrid, Pietro Mariani, chiarendo anche di non avere notizie di nostri connazionali deceduti o in gravi condizioni in Spagna. Mentre le autorità locali, infatti, stentavano a rendersi conto della gravità della situazione, “gli italiani, che seguivano le notizie dall’Italia, avevano già autonomamente ridotto i contatti con gli altri”. “Noi italiani già da dieci giorni stavamo attenti a ridurre contatti sociali. E questo – ha chiarito Mariano – è forse il motivo per cui i casi di italiani sono pochi e non se ne conoscono al momento di gravi”.
La Spagna distratta da questione interne
Negli stessi momenti, invece, la Spagna stava ancora prendendo la situazione “sotto gamba”, complice la situazione politica. Il governo di coalizione si era insediato a gennaio e “la Spagna era distratta da questioni interne“. Intanto il Paese andava avanti come se niente fosse tra feste di carnevale, partite di calcio e manifestazioni come quella per l’8 marzo “con 140mila persone e i ministri del governo in prima fila”. Nessuna misura di contenimento del contagio, insomma, è stata adottata quando era ormai già chiaro che la pandemia si stava diffondendo.
La caccia agli italiani, nonostante i casi locali
Di coronavirus in Spagna si è cominciato a parlare solo a fine febbraio, con il caso di un turista italiano contagiato alle Canarie. Allora si è diffusa la convinzione che il problema venisse dall’Italia, nonostante vi fossero già stati casi “autoctoni”. Mariani ha riferito di “un cameriere italiano picchiato da due spagnoli a Tenerife”; di “un altro obbligato a servire ai tavoli con la mascherina, anche se non era stato in Italia”. “Ci sono stati italiani, con camere in appartamenti condivisi con spagnoli, a cui è stato detto di cercarsi un altro alloggio al ritorno dall’Italia”. Poi, la situazione è “andata scemando” dopo le segnalazioni all’ambasciata. Anche se resta da registrare un altro “errore gravissimo” della Spagna: il blocco, il 10 marzo, dei voli con l’Italia, che ha messo “in grave crisi migliaia di turisti italiani sani, obbligati a transitare per altri Paesi per tornare in Italia”.