Spagna in ginocchio, a Madrid non sanno dove mettere i corpi. “Epidemia più veloce che in Italia”

Madrid, 24 mar – La Spagna è in preda all’epidemia di coronavirus, con i contagi fuori controllo in tutto il territorio. Secondo gli ultimi dati, sono oltre 35mila i positivi e più di 2.200 le vittime. A differenza dell’Italia, dove l’80% delle vittime è concentrata in tre regioni, in Spagna c’è stato un veloce aumento di casi in aree che prima erano immuni. Ieri è scattata la seconda settimana di confinamento dei cittadini, con un picco di decessi: 462 vittime in solo 24 ore.

A Madrid Palazzo del ghiaccio usato come obitorio

L’incremento così rapido delle vittime – nei giorni scorsi abbiamo visto i pazienti a terra nei corridoi degli ospedali – ha costretto le autorità di Madrid a utilizzare la struttura del Palazzo del ghiaccio, un centro commerciale con pista di pattinaggio nel distretto di Hortaleza, come obitorio provvisorio. “Considerato il progressivo aumento del numero dei defunti e l’impossibilità degli obitori di garantire la sepoltura entro il periodo stabilito, la società concessionaria Ice Palace ha ceduto le sue strutture per ospitare questi corpi in attesa che la situazione torni gestibile”, spiegano dal Consiglio comunale di Madrid. Nella capitale spagnola mancano le bare e il sindaco José Luis Martínez-Almeida è stato costretto a sospendere l’attività dell’impresa municipale di servizi funebri, in tilt a causa dell’incremento dei decessi, che negli ultimi giorni ha raggiunto i 150 funerali quotidiani. Per far fronte alla saturazione raggiunta dalle pompe funebri, le salme vengono conservate dove si può, in attesa di poterle cremare o seppellire.

Scoperti anziani morti abbandonati nelle case di cura

L’esercito spagnolo, in campo da giorni per cercare di arginare l’emergenza nel Paese iberico, ha trovato in condizione di totale abbandono alcuni anziani pazienti ricoverati nelle case di riposo, persone a volte addirittura già morte ma lasciate nei letti. A confermarlo è stato il ministro della Difesa, la magistratura ha aperto un’indagine. Il ministro Margarita Robles ha spiegato che il governo sarà “inflessibile nel controllare come vengono accuditi gli anziani” nelle case di riposo.

Verso una proroga del confinamento fino all’11 aprile

Per fronteggiare l’emergenza, il governo di Sanchez è intenzionato a chiedere al parlamento di prolungare fino all’11 aprile le misure di rigido confinamento dei cittadini decise dal consiglio dei ministri e che ricalcano quanto già fatto in precedenza dall’Italia. Nei giorni scorsi il Paese ha blindato le frontiere e chiuso scuole, negozi non essenziali, hotel, ristoranti, discoteche e bar. Oltre all’emergenza sanitaria, ci sarà poi da fare i conti con i danni riportati dall’economia, costretta alla paralisi. I centri studi più accreditati prevedono un crollo del Pil spagnolo dell’1,7%. Quasi 300mila i posti di lavoro che rischiano di essere distrutti, secondo il centro Ceprede. Le regioni che saranno più colpite saranno la ricca Catalogna, Madrid e l’Andalusia.

El Pais: “Epidemia si sta diffondendo più velocemente che in Italia”

“L’epidemia di coronavirus si sta diffondendo in Spagna in modo più rapido e più esteso rispetto all’Italia”: così titola oggi El Pais, sottolineando come a differenza dell’Italia, nel Paese iberico i contagi si stanno diffondendo ovunque. “La Spagna ha impiegato solo tre giorni per raddoppiare i 1.000 decessi registrati venerdì scorso“. Un ritmo, fa presente il quotidiano, che né la Cina né l’Italia, che “ha impiegato un giorno in più per raddoppiare i primi 1.000 decessi, hanno raggiunto”. I primi focolai erano stati individuati a Madrid, nei Paesi Baschi-La Rioja e ad Aragona. Ma attualmente, riporta El Pais, la percentuale riguardante i primi tre focolai “è scesa al 65%”, con “un forte aumento dei casi in regioni autonome quali Catalogna, Castiglia e Leon, Castiglia-La Mancia e, in misura minore, nella Comunità Valenciana“. Secondo l’esperto Daniel López Acuña, questi dati potrebbero spiegarsi con il fatto che “in Italia è stata ridotta molto la mobilità attorno ai primi focolai, mentre in Spagna questa è rimasta molto intensa, anche nei giorni precedenti la dichiarazione dello stato di emergenza”.

Adolfo Spezzaferro

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