Virus, si svegliano le sardine: fanno la donazione per un respiratore
Si muovo le Sardine. Nel pieno dell’emergenza da coronavirus, il movimento dei pesciolini annuncia di essere pronto a fare la sua parte nella lotta al Covid-19.
Oggi infatti verseranno un bonifico alla Protezione Civile per l’acquisto di un respiratore e di presidi sanitari. “Saranno poi loro a decidere su che cosa prendere e sul collocamento di quanto acquistato”, spiega all’Adnkronos il movimento nato a Bologna lo scorso novembre. Santori&co, inoltre, fanno sapere che “sono già state ordinate 5mila mascherine, che vogliamo far avere ai senzatetto nelle regioni più colpite dal virus”.
La campagna di raccolta fondi era stata lanciata l’11 marzo, intitolata #maresolidale. Per cercare di renderla virale, avevano ideato l’iniziativa “Io resto a casa e faccio 6000cose”: una sorta di contest social cui hanno partecipato anche Vip come Gianni Morandi, Emma Marrone, Geppi Cucciari e Pif. “Chi propone la sfida – sono le regole del gioco – mette in palio da 10 a 100 euro per la raccolta #maresolidale e quindi l’acquisto di ventilatori per le terapie intensive. I soldi messi in palio da chi lancia la sfida, verranno donati appena la sfida verrà accettata da altre sardine disposte a mettersi in gioco”. Alla fine sono stati raccolti 26.283 euro, con 716 donatori, quando alla fine della sottoscrizione mancano altri 17 giorni.
Nei giorni scorsi la pagina Facebook 6000sardine si era concentrata su iniziative specifici “ai tempi del Covid-19”. Ieri ad esempio, il movimento richiamava l’attenzione sui riders, una delle “tante categorie di lavoratori a rischio” che “in assenza dei corretti dispositivi e di misure di sicurezza adeguate, sono esposti ad un potenziale rischio sia per sé stessi che per gli altri”. Il 22 marzo invece un post parlava dello “strano virus” che “arriva nel silenzio”, che si “trova a suo agio sulle piste da sci” ma “non disdegna i campi nomadi”. Un virus che “sale sui barconi e scende a bersi lo spritz”. Un affondo, nemmeno troppo velato, a “chi aveve diviso il mondo in categorie” e “adesso ti tocca vedere medici cubani e Ong nella sanità lombarda”.
Polemiche erano sorte nei giorni scorsi anche per un post dal titolo “anche il razzismo è un virus”, scelta azzardata per una campagna politica mentre centinaia di persone muoiono sotto i colpi di Covid-19. “La situazione con il #coronavirus – scrivano – e la conseguente perdita di vite umane, non dovrebbe farci dimenticare che, a causa delle politiche migratorie dell’UE, oltre 30.000 persone sono morte nel Mar Mediterraneo, mentre cercavano rifugio. In Spagna, Grecia, Uk, Francia, Polonia, così come in Italia, prima di questa era già in corso un’altra pandemia, creata dal #virusdel #razzismo, che, alla pari del fascismo, continua a mutare in mille modi diversi: l’islamofobia, l’antisemitismo, l’antiziganismo, il machismo e la fobia delle persone LGBT”.
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