L’ira della Meloni: “Conte fa il capetto, rischiamo una deriva autoritaria”
Troppa politica nella gestione della crisi Coronavirus: questa la tesi sostenuta da Giorgia Meloni, furiosa con il governo per la gestione pasticciata, improvvisata e confusionaria del discorso tenuto dal premier Giuseppe Conte.
Perciò fin dall’inizio era stato chiesto di nominare un commissario straordinario “estraneo alla politica”, ma a suo giudizio l’esecutivo ha fatto l’esatto contrario: “Ha puntato su di sé le telecamere e, tardi, ha nominato un commissario che non potesse oscurare il premier, tant’è operativo e poco mediatico”. La leader di Fratelli d’Italia ha avvertito che non cadrà nel tranello del gioco delle parti: una volta terminata l’emergenza Covid-19 “non faremo sconti, tireremo fuori tutto e gli italiani potranno vedere chi ha lavorato per il Paese e chi pensando a se stesso”. Effettivamente la serrata si sarebbe potuta comunicare con tutta calma ieri “così magari si sarebbe potuto anche spiegarla meglio”.
Il 31 gennaio è stato dichiarato lo stato d’emergenza, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il giorno dopo, ma successivamente la maggioranza “non ha fatto nulla per preoccuparsi dell’emergenza”: da qui nasce la delusione, con la carenza di mascherine e respiratori. La presidente di FdI ha fatto notare che decisioni così drastiche sulla libertà personale non possono essere prese senza aver prima coinvolto pienamente il Parlamento: “Ci vuole serietà. Qui si rischia una deriva autoritaria”. Perciò il centrodestra si è rivolto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per essere ricevuto e ha chiesto la convocazione delle Camere a oltranza: “È fondamentale ridare al Parlamento la possibilità di esercitare i poteri che gli ha dato la Costituzione”.
“Conte pensa al consenso”
Nell’intervista rilasciata a Libero, l’ex ministro della Gioventù si è detto preoccupato per la confusione che si è venuta a creare: “Il pericolo è che la gente ora inizi a perdere il controllo. Quando ne parlammo, io predissi a Conte che sarebbe stato costretto a fare in ritardo, e in modo meno efficace, dopo aver perso tempo e risorse, quello che noi gli chiedevamo in anticipo”. In questi giorni si sono registrati diversi episodi che hanno visto persone dai balconi insultare e minacciare chi camminava per andare a fare la spesa, per portare a spasso il cane o per fare jogging, praticamente etichettati come nuovi untori. Lei giudica tutto ciò come un’arma di distrazione di massa: “Individui dei colpevoli per nascondere le tue colpe e rimediare alla tua incapacità comunicativa, che è la vera ragione del propagarsi del contagio”.
Infine la Meloni ha riconosciuto che sicuramente non è facile riuscire a governare bene in una situazione così delicata e grave, ma la sensazione è che il presidente del Consiglio “non volesse scontentare gli italiani per motivi di consenso e che abbia a lungo tentato una sintesi tra i divergenti diritti alla salute e alla libertà”. Anche perché gli attacchi ai nostri prodotti sono stati pesanti: “I cosiddetti partner europei hanno approfittato dell’epidemia per screditare l’agroalimentare italiano”.
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