Coronavirus, scandalo sequestri in Ue: bloccate le mascherine per l’Italia
La conferma arriva dal ministro dell’Interno della Repubblica Ceca, Jan Hamacek: a Lovosice ben 680mila mascherine e 28mila respiratori sono bloccati in un deposito.
Strumenti medici essenziali, fondamentali nella lotta al Coronavirus. In parte donati dalla Croce Rossa cinese al Belpaese, ma mai arrivati a causa del blocco ceco.
“I doganieri hanno sequestrato centinaia di migliaia di mascherine. Purtroppo successivamente è venuto alla luce che una parte era un dono cinese all’Italia”, ha scritto su twitter Hamacek, affermando che Roma sarà risarcita e non perderà nulla. Intanto, però, sia i respiratori che le mascherine in Italia stanno diventando sempre più difficili da reperire. E i medici in prima linea contro il Covid-19 rischiano di rimanere senza protezioni.
La vicenda era stata rivelata da un ricercatore ceco, Lukas Lev Cervinka. “La versione ufficiale con i primi comunicati – ha spiegato il ricercatore a Repubblica – diceva all’inizio che si trattava di mascherine e respiratori confiscati, parlando di materiale rubato a imprese ceche da criminali senza scrupoli che volevano venderle a costo maggiorato sul mercato internazionale, sfidando i severi limiti all’export medico imposti in Repubblica Ceca come altrove dall’emergenza”. Però, come poi confermato dal ministro, tra quegli scatoloni c’erano anche materiali destinati all’Italia in piena emergenza coronavirus: per la precisione, 101.600 mascherine e respiratori inviati dalla citta Qingtian della provincia Zhejiang.
Non è il primo caso di materiali sanitari diretti in Italia che vengono fermati oltre confine. Polemiche erano esplose sulla Germania. Ma anche in Turchia, come rivelato dal Corriere. E, secondo quanto denunciato dall’assessore del Lazio alla Sanità Alessio D’Amato, anche in Polonia sarebbe accaduto un fatto simile. “È grave e assurdo che siano state sottratte alla dogana in Polonia oltre 23 mila mascherine FFP2 acquistate dalla Regione Lazio – ha detto l’assessore, come riporta La Stampa – È un fatto di una gravità inaudita e abbiamo subito messo al corrente la Protezione Civile nazionale, che ringrazio, con l’intervento successivo delle nostre autorità diplomatiche”. E ancora: “Chiedo che vengano restituiti al Lazio i dispositivi sottratti indebitamente e ringrazio l’Ambasciata d’Italia in Polonia e il nostro Ministero degli Esteri per l’immediato interessamento”.
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