Emergenza Sud, l’appello di cento sindaci: “Rischiamo il caos, serve l’esercito in strada”

Prefetti, cento sindaci, governatori, da nord a sud, vogliono l’esercito sul fronte del coronavirus. «La situazione sanitaria si sta progressivamente aggravando facendo registrare in Puglia () un sensibile aumento di casi positivi al virus», scrive al ministro dell’Interno, Maurizio Valiante, prefetto di Barletta-Andria-Trani.

Nella comunicazione chiede «di assegnare, con ogni consentita urgenza, un adeguato contingente di militari dell’Esercito, da dispiegare sull’intero territorio provinciale». I soldati in mimetica, mascherina e armati, rassicurano i cittadini e servono da deterrente se qualcuno pensasse di non restare a casa.

Lunedì il prefetto di Bologna, Patrizia Impresa, ha chiesto rinforzi per garantire la cinturazione di Medicina, un comune dichiarato «zona rossa». «Tale nuova disposizione normativa ha richiesto l’attivazione immediata di un servizio di vigilanza e e presidio dei varchi di accesso (), che rende assolutamente necessario un incremento di almeno 50 uomini delle unità di personale delle Forze Armate» si legge nella comunicazione urgente. A Trieste il prefetto Valerio Valenti ha ottenuto 100 soldati in più da schierare lungo il confine con la Slovenia per intercettare i clandestini ed evitare il caos degli ultimi giorni con lunghe file di Tir bloccati alla frontiera. Già ieri erano pronti 115 dragoni del Piemonte cavalleria. Anche da Novara, Alessandria, Pesaro i prefetti auspicano rinforzi dell’esercito.

Qualcosa non ha funzionato a Bergamo, dove il prefetto era contagiato ed il vicario non ha firmato l’ordinanza di chiusura da zona rossa, che probabilmente avrebbe evitato l’impennata di vittime. E tantomeno ci ha pensato il premier Conte a Roma. «La Difesa e l’Interno avevano già schierato su Bergamo 300 uomini fra carabinieri, polizia ed esercito pronti a chiudere tutto, ma alla fine non è arrivato l’ordine» spiega una fonte militare. L’esercito ha sul territorio 7200 uomini dell’operazione Strade sicure e altri 6mila soldati pronti ad intervenire su base regionale. Il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, ha spiegato ieri che «non vogliamo i carri armati per le strade, ma ho chiesto l’impegno dei soldati dell’esercito per dare man forte nei controlli degli arrivi». In Sicilia sono rientrate in dieci giorni 31mila persone e nessuno sa quanti rispettino la quarantena. Nelle ultime 72 ore l’esercito ha mobiliato altri 200 uomini e a Piacenza è in ricognizione una squadra per un ospedale da campo.

Più di un centinaio di sindaci della provincia di Cosenza hanno chiesto «l’immediato dispiegamento sul territorio dei comuni calabresi dell’esercito e delle risorse disponibili delle altre forze armate». E ieri ha lanciato l’allarme immigrati a Castel Volturno, dove sono 20mila, il vicepresidente della giunta regionale campana. Fulvio Bonavitacola chiede «una specifica azione di controllo territoriale e dell’esercito volta all’osservanza dei divieti imposti su persone non residenti», ovvero gli immigrati. «Il numero è tale – ha spiegato Bonavitacola – che se anche una piccola parte sfuggisse alle limitazioni previste si determinerebbero effetti davvero incontrollabili».

il giornale.it

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