Pietro Senaldi: “Gli immigrati possono evitare la quarantena da coronavirus”
La pandemia alza muri che sembravano anacronistici e ne abbatte altri che ormai parevano indistruttibili. L’ Unione Europea ha cancellato Schengen in ventiquattr’ ore e ripristinato i confini tra gli Stati membri, certificando che di fatto non si è mai costituita politicamente. Ha anche alzato le frontiere esterne e impedito a chiunque l’ accesso, dimostrando che l’ immigrazione dall’ Africa si può fermare e che i diritti umanitari non sono assoluti ma variano secondo interessi e contingenze. I muri crollati invece sono quelli eretti dal pensiero progressista, che ambiva a essere unico ma si è fracassato contro la realtà: l’ Unione europea non è buona, l’ austerità è soltanto una moda, gli immigrati non sono risorse e per integrarli non basta la nostra volontà.
Raduni illegali – La prova si ha girando nelle strade delle nostre città, dove tutti camminiamo distanziati, in ossequioso rispetto del divieto di assembramento. Ci facciamo i complimenti a vicenda per quanto siamo inaspettatamente diligenti. I trasgressori sono una sparuta minoranza, ci diciamo confortati, anche se in quattro giorni le autorità ne hanno pizzicati più di quanti non ne abbia contagiati il virus in un mese. La prima cifra tuttavia, più grande, ci tranquillizza, mentre quella più piccola ha generato una vera e propria psicosi di massa. Misteri insondabili dell’ animo umano.
C’ è un’ eccezione però alla diligenza italica che neppure il buonista con gli occhi più foderati di prosciutto di tutti può evitare di vedere. In barba a qualsiasi divieto, gli immigrati formano capannelli nelle strade delle nostre città che sembrano comitati d’ accoglienza al virus. Ieri a Milano c’ è stato perfino un duello rusticano tra bande rivali, con i più scrupolosi che si menavano dotati di mascherina.
Eppure non sembrano immuni, visto che nei centri d’ accoglienza il morbo sta dilagando.
Lo scandalo però non sta qui; anche gli italiani vìolano le norme. Non sono pochi i casi di genitori multati perché al parco i loro bambini erano troppo vicini rispetto alle indicazioni delle autorità. La norma prevede ammende a partire da 206 euro fino a sei mesi di reclusione. Il punto è che mentre i vigili al parco requisiscono il pallone agli allievi delle elementari, nessuno si preoccupa di disperdere gli assembramenti di extracomunitari, come se essi fossero al di sopra delle leggi. Gli immigrati girano indisturbati per le strade senza che nessuno li fermi, come se le autorità dessero per scontato che sono tutti dotati di autocertificazione che li autorizza agli spostamenti per ragioni di lavoro o di necessità.
Rispetto delle norme – Non che si voglia approfittare della situazione per multare i profughi; solo che, se le autorità non pretendono anche da essi il rispetto delle norme che devono mettere in salvo tutti, significa che allo Stato del destino dei non italiani importa poco o nulla. Consentire loro di vìolare norme di salute pubblica equivale a trattarli da cittadini di serie B e certifica il fatto che non solo non li riteniamo integrati ma di fatto neppure parte della nostra comunità, sociale e giuridica.
Poiché comunque tutti siamo sempre a Sud di qualcuno, ieri è arrivata anche la notizia che il presidente dell’ Alto Adige ha ordinato a tutti i non residenti di lasciare la provincia; anche a quelli che sono a Bolzano da prima del diffondersi del virus. Raus. Zelanti collaboratori dell’ amministratore hanno già provveduto a segnalare le dimore dei non residenti; con dei cartelli, beninteso, e non con delle stelle di Davide. Pure in Val d’ Aosta chi ha la seconda casa è stato invitato a togliere il disturbo. Anche qui, il governo guarda e tace. Occhio però, perché se le Regioni possono cacciare italiani non residenti soltanto in base al loro domicilio significa che l’ Italia non esiste più e il coronavirus, oltre a disgregare l’ Unione europea, ucciderà anche il Bel Paese.
Collasso sanitario – Conte e compagni si sveglino. Bolzanini e valdostani adducono come giustificazione l’ intenzione di preservare il loro sistema sanitario da un eventuale collasso. Ma allora, in base allo stesso ragionamento la Lombardia, i cui ospedali al collasso già ci sono, potrebbe invitare tutti i non residenti ad abbandonare il territorio. Con due conseguenze: risolverebbe la propria crisi sanitaria e farebbe esplodere il corona nel Paese in un attimo.