Decreto anti-Coronavirus: ira del centrodestra su Conte
Il governo sta per varare il decreto contenente le misure economiche destinate a famiglie e imprese per fronteggiare l’emergenza coronavirus.
Un pacchetto, quello che proporrà l’esecutivo, che non convince affatto il centrodestra.
Andiamo con ordine. Non sappiamo ancora quale sarà la versione finale del documento ma conosciamo i provvedimenti che, a meno di sorprese, saranno previsti nel testo. Questi riguarderanno quattro ambiti: imprese, sanità, lavoro e scadenze fiscali.
Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha sottolineato come il decreto d’urgenza potrebbe usare in un colpo solo tutti i 25 miliardi di maggiore deficit autorizzati da Bruxelles. Il ministro, riferisce Repubblica, ha inoltre dichiarato che saranno mobilitati 350 miliardi, cioè una somma “equivalente in percentuale di Pil ai 550 miliardi attivati dalla Germania”. Grandi proclami e aiuti per i lavoratori, dicono dal governo. Eppure il centrodestra non è convinto che l’ombrello profetizzato dal premier Giuseppe Conte possa essere in grado di coprire tutti.
I dubbi del centrodestra
Prendiamo ad esempio le misure anticipate a sostegno delle partita Iva. A questo proposito il leader della Lega, Matteo Salvini, avverte l’esecutivo: “Abbiamo letto sui giornali qualche anticipazione, e spero non sia vero, sul fatto che a partite Iva, commercianti, artigiani, chi lavora in proprio verrà dato un contributo una tantum di 600 euro, con questo non si risolve nulla. Lo diciamo con spirito costruttivo e senza polemiche”.
Proseguendo nella disamina, il centrodestra non è convinto neppure delle misure fiscali proposte. Tali perplessità sono espresse dal leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “Capisco tutte le difficoltà ma credo che sia irresponsabile convocare il Consiglio dei Ministri per varare il decreto che serve, tra l’altro, a sospendere il pagamento dei tributi, nello stesso giorno in cui si devono pagare quei tributi”.
Renato Brunetta, responsabile economico di Forza Italia, ha sottolineato all’agenzia Adnkronos come il decreto presenti qualche luce (“entità dello sforzo di 20-25mld è giusto”, “bene nel complesso le misure sanitarie”) ma anche molte ombre, a cominciare dal fisco (“è una parte tutta da riscrivere, messa così sembra una partita di giro”).
Scendendo nel dettaglio, Brunetta dà un giudizio “positivo” sulla sanità ma ben diverso è il discorso relativo alla parte economica. Sul fronte della “tutela de lavoro e dei redditi da lavoro, c’è ancora molto da fare riguardo il lavoro autonomo e le anticipazioni della cassa integrazione. Sono inaccettabili i 600 euro una tantum per il lavoro autonomo, così come è inaccettabile che la durata di questa provvidenza sia limitata a un mese: doverebbe avere quanto meno la stessa estensione della cig”.
“Tutta da riscrivere – rimarca il responsabile economico azzurro – la parte riguardante il fisco. Scritta così sembra una partita di giro o di raggiro, o un gioco delle tre carte. Ovvero, rinvio di qualche mese per i piccolissimi e per tutti gli altri nulla”.
il giornale.it