L’Istituto Luce mette a disposizione l’archivio: consultazione gratuita online
Roma, 16 mar – C’è una pandemia in corso e dunque gli italiani devono restare a casa. Ma come passare il tempo? I consigli si sprecano e le possibilità per evitare il tedio non mancano. Di sicuro insomma, metafora a parte, nessuno morirà di noia. Un’ottima opportunità la offre ad esempio l’Istituto Luce Cinecittà che ha deciso di aderire alla campagna nazionale ministeriale #IoRestoaCasa, “per portare nei giorni dell’emergenza, dentro le case di tutti gli italiani, una grande offerta di contenuti digitali”. L’Istituto fa sapere così che sono a disposizione “migliaia di ore di intrattenimento e conoscenza a disposizione di tutti, gratuitamente, su tutti i siti web di Luce-Cinecittà, ora che spettatori e visitatori non hanno possibilità di accedere ai luoghi della cultura”.
Un archivio straordinario
Tutti conoscono l’Istituto Luce, che ha fatto la storia della televisione e del cinema italiano, e adesso senza alcuna difficoltà o limitazione potranno consultarne liberamente il prezioso archivio. “Si tratta di un patrimonio immenso che racconta l’Italia dagli anni ’10 ad oggi con un totale di oltre 70000 video e ben 400000 fotografie”, si legge nella nota dell’Istituto. “Sono centinaia i documentari e cinegiornali dedicati al mondo del cinema, da sempre uno dei grandi orgogli del nostro paese con anche immagini sensazionali dai grandi festival”, fa sapere l’Istituto. Tutto consultabile gratis dunque, a partire dal portale archivioluce.com, ovvero uno dei più grandi archivi visivi d’Europa: 80mila filmati e più di 400mila fotografie online.
Altre novità in arrivo
Il materiale sarà “visibile da tutti i dispositivi”. Ma oltre ai video del catalogo “la redazione dell’archivio prepara regolarmente dei nuovi contenuti mettendo in evidenza avvenimenti e personaggi”. Ad esempio presto sarà avviata una “nuova rubrica, chiamata Cinemobile” che “si dedicherà a una serie di viaggi virtuali in Italia e per il mondo compiuti tra la fine degli anni Venti e i primi anni Trenta. Si tratta in maggior parte di documentari muti, sonorizzati a cura della Redazione dell’Archivio, molti dei quali completamente inediti e pubblicati qui per la prima volta”. Un’occasione da non perdere.
Eugenio Palazzini