Coronavirus, Meloni: “Da Ue briciole a Italia e miliardi a Francia e Germania”
La solidarietà dell’Ue verso l’Italia colpita duramente dall’epidemia di coronavirus si è tradotta in pochi aiuti al nostro Paese e miliardi pronta cassa invece per Francia e Germania. A denunciarlo in un video postato su Facebook è Giorgia Meloni che, oltre a questa disparità di trattamento, ha lanciato l’allarme per la prossima riunione dell’Eurogruppo, convocata per lunedì, che si appresterebbe a mettere il cappio finanziario al collo all’Italia.
La leader di Fdi nel messaggio ha sottolineato: “In Europa le persone circolano liberamente ma non esiste un protocollo unico nel caso di un contagio. Quando arriva il contagio, la pandemia, in Europa non esiste un sistema unico di certificazione dei contagiati e delle vittime. Così tutti possono puntare il dito contro l’Italia ma non hanno meno vittime e meno contagiati di noi, semplicemente non li dichiarano”.
Ma, oltre a ciò, la Meloni ha fatto notare che l’Europa ha palesemente usato disparità di trattamento sul fronte delle disponibilità finanziare privilegiando le nazioni guidate da Macron e Merkel.”Quando in Italia scoppia il Coronavirus, l’Unione Europea stanzia 200 milioni di euro. Briciole- ha affermato la leader di Fdi- meno di quanto spenda per la sua inutile sede di Strasburgo. Poi il contagio arriva in Germania e in Francia e allora si comincia a parlare di miliardi”.
Inoltre, ha puntualizzato ancora Meloni ricordando la frase di Christine Lagarde, “quando l’Italia chiede il sostegno della Banca Centrale Europea, la presidente di quella banca fa una dichiarazione delirante che fa bruciare miliardi e miliardi in pochissime ore”.
Una partita fondamentale la si giocherà il prossimo lunedì quando sarà convocato l’Eurogruppo e all’ordine del giorno ci sarà il Fondo Salva Stati. Un vertice considerato dalla Meloni come un appuntamento con il quale mettere un cappio all’Italia. Infine l’affondo durissimo della leader di Fdi che invita i cittadini a non subire passivamente le imposizioni dell’Ue: “La domanda è: quand’è che ci ribelliamo? Perché gli amici e gli alleati di una nazione si vedono nel momento del bisogno e noi non ne abbiamo visti in quest’ora buia”.
La Meloni è una guerriera. Di questo se ne è accorto anche Politico che ha dedicato un ampio servizio alla leader di FdI, iniziando da quando nel 2016 si era candidata a sindaco di Roma nonostante fosse incinta. Una sfida nella sfida. La battaglia elettorale, terminata con un buon 21% dei voti, fu resa ancor più difficile dalla decisione di Silvio Berlusconi di appoggiare un altro candidato, fermatosi molto dietro a Giorgia.
Oggi, a distanza di 4 anni, la Meloni è diventata la prima donna italiana a guidare un grande partito politico, Fdi appunto, che secondo gli ultimi sondaggi è al 14% , riuscendo addirittura a superare il M5s. Inoltre, la stessa Meloni risulta essere anche il secondo politico più popolare in Italia, con un punteggio di approvazione del 46%, dietro solo il premier Giuseppe Conte e appena davanti a Matteo Salvini, leader della Lega.
“È la migliore e la più capace nel suo partito”, ha detto Giovanna Reanda, corrispondente per Radio Radicale e non proprio vicina alle posizioni politiche di Giorgia. “È un animale politico e senza di lei il partito non sarebbe dove si trova”, ha continuato.
Da un sondaggio di qualche giorno è emerso che la Meloni potrebbe insidiare Salvini per la leadership della coalizione di centro-destra. Salvini rimane in testa con il 50% al suo 42% ma un terzo degli elettori della Lega preferiscono la bionda guerriera all’ex ministro dell’Interno. La Meloni non è una femminista tanto che si oppone alle quote di genere ma premia chi lo merita. Non è un caso che circa un terzo dei parlamentari del suo partito sono donne. “Pensano di non poter competere con gli uomini, soprattutto in politica”, è il suo pensiero.
“Non ha mai sollevato la testa sopra il parapetto fino a quando la destra non si è frammentata, poi ha trovato il suo spazio e lo ha difeso ferocemente” – ha affermato ancora Giovanna Reanda. Invece, per Valeria Manieri, fondatrice di Le Donne Contemporanee che combatte contro la discriminazione di genere, ”per avere successo nella politica italiana, le donne devono essere migliori degli uomin. Le donne devono affrontare più attacchi, devono essere più capaci, più belle di qualsiasi altro ragazzo. Solo quando potremo apparire naturali ed essere stupidi come loro avremo uguaglianza”.
A causa della chiara posizione di destra, la Meloni ha subito numerosi e violenti attacchi, soprattutto sul web. “Affondiamola con una bella roccia legata al collo”, “Puttana fascista, dovresti essere fatta a pezzi dai cani”, “Cagna fascista nazista, finirai come un topo di fogna Mussolini”, sono alcuni degli insulti e delle minacce al suo indirizzo.
Fu Berlusconi a portare Meloni per la prima volta all’attenzione del grande pubblico, nominandola ministro della Gioventù nel 2008 a 29 anni, rendendola la persona più giovane che abbia mai ricoperto un incarico di governo. La vita politica di Giorgia inizia a 15 anni nel Fronte della Gioventù, organizzazione giovanile del Msi. Passo dopo passo si susseguono gli incarichi in Alleanza nazionale, il partito post fascista nato a Fiuggi, e al governo.
Poi nel 2012, tenta di ricomporre la destra (An nel frattempo era confluita nel Pdl) e fonda Fdi. Secondo Reanda, la Meloni “non ha mai sollevato la testa sopra il parapetto fino a quando la destra non si è frammentata, quindi ha trovato il suo spazio e lo ha difeso ferocemente”.
Secondo il sondaggista Lorenzo Pregliasco di You Trend, ilsuccesso di Meloni nei sondaggi è in gran parte attribuibile a due fattori: disciplina dei messaggi e comunicazione. “Diciamo sempre le stesse cose e manteniamo sempre le nostre promesse- ha detto Meloni- siamo come un albero ben piantato con radici profonde in un momento in cui altre parti sono foglie che soffiano nel vento, cambiando posizione”.
“Avere un figlio fuori dal matrimonio- ha dichiarato la leader di Fdi- potrebbe sembrare una contraddizione per una persona che partecipa a conferenze cattoliche conservatrici”. Ma da quando è nata sua figlia nel 2017, il fascino politico della Meloni è aumentato tra le donne.
Una svolta inattesa è arrivata lo scorso autunno quando i DJ di musica dance, anche di sinistra, hanno remixato un discorso infuocato fatto da Meloni attaccando il movimento LGBTQ in cui ha urlato:”Io sono Giorgia. Io sono una donna. Sono una madre Io sono cristiano”. Forse volevano ridicolizzarla ma hanno ottenuto l’effetto contrario.
Le elezioni Regionali della prossima primavera potrebbero far incassare alla Meloni un ottimo risultato proiettandola come futuro leader del centro-destra. I dirigenti di Fratelli d’Italia affermano che potenzialmente il partito potrebbe raggiungere il 20%. La sfida è lanciata. Alle urne si vedrà.
il giornale.it