Coronavirus, il rianimatore Riva: «L’età dei pazienti in terapia intensiva si sta terribilmente abbassando»
«Negli ultimi 7 giorni l’età dei pazienti in terapia intensiva si sta terribilmente abbassando». A lanciare l’allarme in collegamento con lo studio di Piazzapulita, su La7, è Ivano Riva, rianimatore dell’ospedale di Bergamo intervistato sull’emergenza coronavirus.
Riva: «Arrivano pazienti già compromessi»
«Nell’arco di due ore», spiega il medico, «sistematicamente ogni giorno, andiamo incontro a diverse intubazioni orotracheali. Ci sono infatti pazienti che arrivano in pronto soccorso già compromessi. Oppure abbiamo decine di pazienti positivi ricoverati in ospedale che peggiorano e vanno incontro a una insufficienza respiratoria. E siamo costretti», aggiunge Riva, «a procedere all’intubazione per poterli poi ventilare con il ventilatore automatico e quindi cercare di salvarli».
«Il coronavirus attacca tutte le età»
«È un immagine che sembra romanzesca, ma in realtà è così. Ogni giorno abbiamo arrivi di pazienti e continui peggioramenti di pazienti. La cosa preoccupante», sottolinea ancora Riva, «è che ultimamente l’età media dei pazienti che giungono critici in terapia intensiva si sta drammaticamente abbassando. Abbiamo purtroppo pazienti sani, senza patologie, di 30, 40, 50 anni che vengono intubati e ricoverati. Quindi – spiega – bisogna dire chiaramente che il coronavirus, purtroppo, attacca tutte le età. Non c’è più una limitazione e può dare polmoniti interstiziali gravissime a qualsiasi età», conclude.
Il “Guardian”: il primo caso risale al 17 novembre scorso
Il primo caso di una persona colpita da Covid-19 può essere fatto risalire al 17 novembre scorso. Questo, secondo notizie di stampa che fanno riferimento a dati del governo cinese non pubblicati. A scriverne, riporta il Guardian, è il “South China Morning Post”. Le autorità cinesi avevano identificato almeno 226 persone che avevano contratto il virus lo scorso anno ed erano sotto supervisione medica. Il primo in assoluto risale al 17 novembre. I dati riportati dal Post, che il Guardian precisa di non aver potuto verificare, parlano di un 55enne della provincia di Hubei come primo caso. Nel mese successivo si è osservato un aumento di 1-5 casi al giorno. Al 20 dicembre i casi confermati erano 60.