Manette al centro di accoglienza; due immigrati nella camera avevano cocaina, eroina e marijuana
A Potenza i carabinieri hanno arrestato un 26enne nigeriano e un 30enne gambiano. Erano ospiti di un centro di accoglienza. L’accusa: detenzione ai fini di spaccio di 28 grammi di sostanze stupefacenti.
La perquisizione nel centro di accoglienza
I militari hanno effettuato una perquisizione nel centro di accoglienza. L’attività è stata condotta con le mascherine e quanto necessario a contenere il fenomeno epidemico del coronavirus.
Nella stanza le sostanze stupefacenti
Nel corso delle ricerche, grazie al fiuto del cane Neri, nella stanza dei due stranieri sono state 24 confezioni in plastica. Contenevano 10 grammi di cocaina e altre bustine con tre grammi di eroina e 15 grammi di marijuana. I carabinieri hanno trovato e sequestrato pure materiale utile a confezionare le dosi e la somma in contanti di 1.000 euro, ritenuto provento dell’attività di spaccio. Al termine degli accertamenti i militari hanno arrestato i due uomini e li hanno condotti in carcere.
Altra violenza al centro di accoglienza di Capranica
Due cittadini nigeriani hanno aggredito furiosamente una giovane connazionale, ospite insieme ad altre ragazze di un centro di accoglienza per migranti a Caprarica di Lecce. Alla base del gesto il fatto di non ricambiare l’interesse che uno dei due giovani nutriva nei suoi confronti. Poi lo spasimante l’ha colpita violentemente al volto mentre l’altro, incurante delle lacrime della donna, le ha sottratto il telefono cellulare.
L’amica interviene e viene sequestrata
Un’amica della vittima e ospite della stessa struttura, attirata dalle urla, è intervenuta per difenderla ma è stata sequestrata e portata di forza a Lecce. Alla fine i due nigeriani sono stati arrestati dalla Polizia per rapina e sequestro di persona. La donna ha ripreso tutta la scena con lo smartphone, minacciando i due di mostrare il video ai responsabili della struttura. Uno dei due uomini a quel punto le ha strappato di mano il telefono e si è seduto in auto, raggiunto dalla proprietaria del cellulare che ha cercato disperatamente di riappropriarsene. L’altro uomo ha avuto gioco facile nello spingerla con brutalità nell’abitacolo, costringendola, anche con minacce di morte, a raggiungere Lecce, peraltro, senza scarpe e senza giubbotto.