Matteo Salvini, la vergogna di Mario Calabresi: insulti al leghista su Repubblica

E alla fine, nel solco dei suoi predecessori alla direzione de La Repubblica, è arrivato il “pippozzo” moralista. Mario Calabresi lo siglato oggi, col merito quanto meno di essere stato succisto. Il direttore del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari dà in pratica a Matteo Salvini del fuorilegge. Non in senso figurato, ma nel senso letterale di chi infrange la legge: “Le idee di Matteo Salvini spesso non ci piacciono e non le condividiamo ma conosciamo le regole democratiche e se le regole sono rispettate ha il diritto di attuare il suo programma. Non ha il diritto invece di dividere il Paese, di flirtare con i violenti, di irridere i deboli, di stuzzicare e avallare razzisti, neofascisti e naziskin scandendo i loro slogan, indossando le loro magliette”.

Non bastasse, Calabresi dà pure a Salvini del fancazzista (delle due l’una, però: o agisce in modo non rispettoso delle leggi o non fa un cazzo, entrambe le cose è difficile), quando aggiunge che “È vicepremier, il governo ha un’ ampia maggioranza, una opposizione inesistente, solo i suoi alleati potrebbero mandarlo a casa, se non riuscisse a realizzare il suo programma sarebbe solo per incapacità o perché ha promesso cose impossibili. Si metta a lavorare e “molli” i numeri da circo. Governare significa faticare, non irridere e insultare. La campagna elettorale è finita da un pezzo, sarebbe ora di cambiare passo. Abbiamo bisogno di un ministro dell’ Interno non di provocazioni e pagliacciate”.

Infine, non poteva mancare l’accusa di essere un fascista: “‘Iononmollo’ ripete su Twitter, parafrasando il ‘boia chi molla’ dei fascisti Anni ’70”. I compagni sono contenti: hanno un nuovo, vero, autentico, nemico.

 

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