Coronavirus, in attesa del vaccino, ecco i farmaci su cui punta la scienza. A partire da un’anti-artrite

In attesa che si arrivi a un vaccino anti-Covid19, traguardo per il quale bisognerà attendere diversi mesi secondo le stime degli esperti, quali sono le armi che la scienza sta imbracciando per colpire il nuovo coronavirus? Le elenca Guido Silvestri, scienziato italiano negli Usa dove insegna alla Emory University di Atlanta, fondatore con Roberto Burioni del Patto trasversale per la scienza. Il docente ancora le chiama “speranze” e su Facebook ne descrive tre. La prima è “Remdesivir. È il farmaco antivirale che «sembra funzionare in molti casi di Covid-19 (oltre che in modelli animali di Sars e Mers). I medici indicano il ricorso al farmaco solo in casi di sintomi polmonari e sotto guida medica. Trial clinici di Remdesivir sono in corso in Cina e Usa».

Ecco i tre farmaci su cui scienziati e medici scommettono

La seconda scommessa riguarda i «farmaci immuno-modulatori. Sono promettenti – spiega Silvestri – in quanto possono ridurre la cosiddetta “tempesta delle citochine” che è alla base delle complicanze polmonari gravi. Tra questi Tocilizumbab», l’anti-artrite che ha dato risultati promettenti all’ospedale Cotugno di Napoli contro forme di polmonite grave da Covid-19. «Un anticorpo contro il recettore dell’interleuchina-6». E ancora, la scienza punta pure su Anakinra, che è un anticorpo contro il recettore dell’interleuchina-1. Sono allo studio anche farmaci che bloccano il Tnf e la tirosina-chinasi c-Abl». Terza speranza: «Allo stadio pre-clinico, presso l’università di Gottingen in Germania, c’è il farmaco camostat mesilato». Un prodotto che inibisce una proteina necessaria al virus Sars-CoV-2 per aprire il “cancello” che gli permette di penetrare la cellula bersaglio.

Il ricorso a un farmaco anti-artrite spiegato dal dottor Ascierto

Una speranza, quella riposta in alcuni farmaci in particolare, che arriva anche da Paolo Ascierto, direttore SC Immunoterapia oncologica e Terapie Innovative INT Pascal. Il professore sul Corriere della sera parla della somministrazione del Tocilizumab anche su un paziente affetto da Covid 19. «Arrivato in condizioni critiche. Intubato e trattato con nuova terapia farmacologica somministrando il Tocilizumab, e ora in ripresa. Si tratta di un farmaco – spiega Ascierto al Corriere – che viene solitamente utilizzato nella cura dell’artrite reumatoide oltre ad essere un farmaco di elezione nel trattamento della sindrome da rilascio citochimica dopo trattamento con le cellule CAR-T. Abbiamo pensato di utilizzare il farmaco che normalmente usiamo per il trattamento degli effetti collaterali del CAR-T poiché la polmonite severa, il distress respiratorio, in seguito all’infezione del virus, è dovuto soprattutto ad un meccanismo molto simile».

Ecco perché si è deciso di sperimentare la terapia col Tocilizumab

«Da qui nasce l’idea – prosegue il quotidiano di via Solferino – abbiamo contattato i nostri colleghi cinesi i quali ci hanno detto che avevano trattato 21 pazienti con questo farmaco che hanno mostrato un miglioramento importante già nelle prime 24-48 ore dal trattamento, che avviene in un’unica soluzione e agisce senza interferire con il protocollo terapeutico a base di farmaci antivirali utilizzati». E quindi: «È stata subito convocata una task force con i colleghi del Cotugno e si è deciso di sperimentare la terapia. È importante chiarire che questo farmaco non cura il coronavirus – aggiunge il professor Montesarchio, direttore Oncologia dell’azienda dei Colli – ma serve a migliorare o risolvere la polmonite che il virus stesso crea».

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