La resa dello Stato. Adesso nelle carceri sono i detenuti a comandare
Lo Stato è disarmato, comandano i detenuti. La rivolta esplosa nelle carceri – tutto nello stesso giorno e chissà pianificato come – svergogna ancora una volta il nostro Paese. Come se ce ne fosse ancora bisogno dopo quello che accade con la penosa gestione dell’emergenza coronavirus.
Stavolta, ne pagano le conseguenze gli agenti della polizia penitenziaria. Ancora una volta incudine tra la legge e la delinquenza. Lacrime di coccodrillo per loro e poi si passerà alla prossima volta.
Chi ha mosso i detenuti in tutta Italia?
Ma è indecente quanto è successo ieri, indegno di uno Stato civile. Certo che non si può ignorare il timore del coronavirus anche dietro le sbarre. È però inaccettabile l’ondata di violenza partorita nelle galere. Qualcosa di inusitato. Inimmaginabile. Oltre ogni limite.
Ci vuole capacità di repressione immediata. L’Italia non è una dittatura dove le preoccupazioni espresse anche da chi ha commesso reati nella sua vita debbano essere rivendicate con le devastazioni delle carceri. E nemmeno può precipitare nell’anarchia dove lo Stato non conta più nulla e i suoi servitori abbandonati al loro destino.
Esprimiamo il massimo di indignazione perché non riusciamo a comprendere come tutto sia accaduto senza che si possedessero informazioni su quello che stava bollendo in pentola. Chi ha azionato il detonatore della protesta generale?
Assicuriamo la più totale solidarietà e vicinanza a chi in quei luoghi lavora per la sorveglianza. E alle loro famiglie, sconvolte da tanta violenza e persino dalle evasioni come a Foggia. E dagli incidenti nelle strade come sulla Tiburtina, a Roma, davanti al carcere di Rebibbia.
L’ipocrisia buonista del solito Gad Lerner
Poi arriva Gad Lerner, a raccontarci di avere pietà per i detenuti. Non una parola sugli agenti e questo spiega bene in che razza di clima ci siamo cacciati. E’ il solito atteggiamento snob di una sinistra abituata a stare dalla parte sbagliata, con chi delinque e mai con chi ci protegge. Per fortuna a destra si sa con chi posizionarsi.
Non si devono chiudere gli occhi di fronte ad un Paese che precipita nel caos. Non c’è più controllo di nulla e fino a ieri gridavamo vergogna per l’assalto ai treni. Quello che sentiamo dalle carceri è molto peggio. Abbiamo scelto di fare del buonismo una bandiera. Guai a chi chiede fermezza, la legge è diventata un’opzione facoltativa. E così si lascia campo aperto a chi delinque.
E se ti azzardi a denunciarlo passi per nostalgico, estremista, razzista, fascista. Invece amiamo solamente la nostra Patria e siamo distrutti nel cuore a vederla calpestata così.
Adesso chi spiegherà a quanti vogliono andarsene dalla zona rossa del coronavirus che rischiano di andare in carcere? In quelle prigioni? Gli facciamo scegliere che cosa è peggio? Siamo alla fine dello Stato, e chi ci governa ne è il primo responsabile.
Si salvano solo perché il coronavirus dilaga e preoccupa. E ci fanno venire il sospetto che costoro la fine dell’emergenza non la vorrebbero mai. Ma ogni giorno è peggio di quello prima e se non ce ne liberiamo sarà l’Italia il ricordo più caro che avremo avuto nella nostra vita. Speriamo che almeno si vergognino di tutto quello che ci stanno combinando.