La Garbatella ricorda con una targa quei 50 bambini uccisi dalle bombe del “liberatori”
Garbatella, 7 marzo 1944. Le sirene suonarono alle 10 di mattina. La popolazione corse a rifugiarsi nel rifugio situato all’Albergo Bianco, nel lotto 41. Caddero subito le prime bombe, e dopo un’ora vi fu una seconda ondata. E pensare che alla Garbatella non c’era nessun obiettivo strategico. Quattro giorni prima gli “alleati” avevano colpito la stazione Ostiense e il porto fluviale, sganciando migliaia di tonnellate di bombe.
Alla Garbatella non c’erano obiettivi strategici
Questo vigliacco e inutile atto di terrorismo è stato sottaciuto per anni, per non infastidire gli “alleati”. La coscienza di Roma si era cristallizzata sul bombardamento di San Lorenzo, ma quello della Garbatella non fu meno sconsiderato e atroce. Nel quartiere ancora oggi è vivissima la memoria di quella tragedia di 76 anni fa. Ma ieri il quartiere e la presidenza del Muncipio VIII hanno voluto ricordare per sempre quel fatto.
Un altro atto terrorista degli “alleati”
La storia: tra venerdì 3 e martedì 7 marzo 1944 i bimotori dell’aeronautica statunitense Martin B-26 Marauder, soprannominati “Fabbrica di vedove”, del 17°, 319° e 320° Bomb Group, sganciarono su Roma migliaia di tonnellate di bombe. Obiettivi dei bombardamenti gli scali e gli snodi ferroviari, i magazzini e le aree industriali della Capitale. Come detto, Ostiense e la Garbatella furono anch’esse oggetto delle incursioni. Che però non si limitarono a fare scempio delle aree strategiche colpendo anche obbiettivi civili e di valenza storica.
Quei bambini furono un “danno collaterale”
Molti quindi i “danni collaterali” nel corso delle due incursioni alla fine delle quali si contarono diverse migliaia di feriti e almeno un migliaio di morti tra i quali i bimbi sepolti alla Garbatella, a piazza Eugenio Biffi, tra le macerie della “Maternità”, il nido dell’Albergo Bianco. Una pagina storica tragica, di cui a livello istituzionale nessuno ha mai parlato. Almeno fino ad oggi. Quando finalmente si è rotto il muro del silenzio con la Presidenza del Municipio VIII che ha apposto una targa sul luogo della strage.
Una strage taciuta per decenni
“Grazie al nostro capogruppo Maurizio Buonincontro – si legge infatti sul profilo facebook di Andrea De Priamo, capogruppo di Fratelli d’Italia in Campidoglio – siamo riusciti a incontrarci su un terreno condiviso anche con la sinistra che governa il Municipio che ha accolto la nostra proposta ed apposto una targa per celebrare l’anniversario nell’ambito del centenario della Garbatella e ne siamo contenti. Per chi come me ha una vita di militanza in quel quartiere dove le contrapposizioni erano da sempre molto forti questo significa molto. E ancor di più lo ha in un momento difficile come questo nel quale occorre dare segnali di collaborazione e di speranza nel futuro. Davvero, grande giorno oggi alla Garbatella…”.
Il bombardamento avvenne il 7 marzo 1944
Tra i pochi invitati all’evento, che per prudenza non è stato reclamizzato dalle istituzioni a causa della nota emergenza sanitaria in corso, l’architetto Giuseppe Pezzotti, già consigliere del Municipio VIII presente, come egli ha tenuto a sottolineare, unicamente come studioso della Garbatella e amico dei promotori dell’iniziativa.
Per concludere un particolare importante della giornata, tra lo storico e l’aneddotico, il ritrovamento delle lancette originali dell’orologio della torre dell’Albergo Rosso che si pensava fossero andate perdute per sempre dopo il bombardamento del 7 marzo 1944 e che sono state fatte recapitare da un anonimo nelle mani del Presidente del Municipio Amedeo Ciaccheri.