Coronavirus, il paziente zero è tedesco. Agenzia Ue: “Anche altri Paesi come l’Italia”
Roma, 6 mar – Il primo caso di coronavirus nell’Unione europea si è manifestato in Germania, molto prima dell’epidemia esplosa in Italia. Questo la dice lunga su almeno due cose: non è solo colpa degli italiani se il virus, importato dalla Cina, si sta diffondendo in Europa; potrebbe essere invece tutta colpa dei tedeschi. Fatto che Berlino si è guardato bene dal pubblicizzare. Ma i dati scientifici parlano chiaro. Il paziente zero, un cittadino tedesco di 33 anni, il 20 e il 21 gennaio aveva partecipato ad un meeting insieme ad una collega di Shanghai. La donna, in Germania dal 19 al 22 gennaio, era asintomatica. Accusò primi malori il 26 gennaio, proprio durante il volo di ritorno in Cina, e risultò positiva al virus Covid-19. La donna informò tempestivamente i colleghi tedeschi della propria positività. L’uomo, reduce da una breve influenza, era già rientrato al lavoro. Risultò positivo al test, anche se ormai asintomatico. Come se non bastasse, però, il 28 gennaio risultarono positivi altri tre impiegati dell’azienda. Insomma, potrebbe essere questo l’episodio chiave all’origine della diffusione europea.
Lo studio Usa che individua il primo focolaio a Monaco
Una mappa genetica pubblicata sul sito Usa Nextstrain, fondato e diretto dal gruppo guidato da Trevor Bedford, del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle, ha ricondotto il primo caso europeo proprio alla città di Monaco. Lo studio evidenzia inoltre come lo stesso caso potrebbe essere stato all’origine di una catena di contagi, ed essere collegato a molti casi in Europa e anche in Italia. Le infezioni in Messico, Finlandia, Scozia e Italia, e perfino i primi casi in Brasile, risultato geneticamente simili al focolaio di Monaco.
Tedeschi in ferie in Italia e poi positivi, ma potevano esserlo da prima
Oggi invece tutti reputano gli italiani come degli untori, responsabili della diffusione del virus in Europa. Questo perché il governo tedesco ha filtrato la realtà dei fatti, non dando il giusto pubblico risalto alla presenza di un focolaio non controllato a Monaco, precedente a quelli italiani. Il resto l’hanno fatto gli eventi: molti tedeschi in ferie, soprattutto in Italia, tornati in Germania sono stati trovati positivi. Il governo tedesco ne ha dato notizia, facendo passare il messaggio che questi soggetti si fossero infettati in Italia. Mentre invece potevano essere positivi già da prima.
Germania e Francia hanno gestito diversamente la comunicazione sull’epidemia
I risultati sono sotto gli occhi di tutti: Italia in quarantena, con gravissimi danni all’economia. Gli altri Paesi Ue – Germania in testa – che riportano invece una situazione molto meno preoccupante per i mercati. Il che, però, non significa che in questi Paesi – vedasi la Francia – l’epidemia sia all’acqua di rose. Ora però il quadro cambia: dopo la scoperta del paziente zero, anche l’Ecdc (European center for disease prevention and control) afferma chiaramente che anche altri Stati Ue siano già nello stessa situazione dell’Italia ma non lo dicano.
Il rapporto dell’agenzia Ue
Nell’ultimo rapporto pubblicato il 2 marzo dall’Ecdc, che monitora dall’inizio l’evolversi del coronavirus, si analizzano cinque diversi scenari di diffusione del virus. L’attuale stato epidemiologico suggerisce agli scienziati di assegnare in media all’intera Ue uno “scenario 1”, che potrebbe “rapidamente evolversi nello scenario 2”. L’Italia è già al secondo livello, che “descrive una situazione con un numero crescente di introduzioni del nuovo virus e di segnalazioni più diffuse di trasmissione localizzata da uomo a uomo nel Paese”. Ma attenzione, secondo gli esperti dell’Ecdc, “anche altri Paesi potrebbero trovarsi in questo scenario, in cui potrebbe essere in corso una diffusione che non è stata registrata a causa di un basso livello di rilevamento dei casi“.
Per intenderci, se si fanno meno tamponi risultano meno contagi. Ma i contagi negli altri Paesi Ue ci sono eccome, come ormai sostengono diversi esperti. Insomma, la Germania è alle prese con il virus come noi – anche se con un’epidemia apparentemente meno grave – e da più tempo di noi. Ma nessuno reputa la Germania pericolosa come l’Italia. Questo perché il governo ha gestito diversamente la comunicazione ufficiale sulla presenza del coronavirus. E oggi, sapere che il paziente zero è tedesco ormai non salva l’Italia dagli effetti devastanti di chi ha puntato il dito contro di noi (avendoci il virus in casa).
Adolfo Spezzaferro