Coronavirus, il primo contagio in Europa? Un tedesco il 24 gennaio: perché la data fa paura
Nonostante la Germania conti pochi contagi per coronavirus, il primo caso arriverebbe proprio da lì. Ad annunciarlo è una lettera di medici tedeschi pubblicata sul New England Journal of Medicine che parla di un uomo di 33 anni con sintomi respiratori e febbre alta già il 24 gennaio, ma tornato al lavoro il 27 dello stesso mese dopo la guarigione. Insomma, contagiato in tempi “non sospetti”, circosanza che ovviamente è allarmante: dove è stato? Chi ha contagiato? Quanti come lui già covavano il virus in quei giorni senza che nessuno o quasi in Europa potesse immaginarlo?
Nel ricostruire i suoi movimenti i medici hanno scoperto che l’uomo, il 20 e il 21 gennaio, aveva partecipato a un meeting in cui era presente una collega di Shanghai, che è rimasta in Germania dal 19 al 22 gennaio senza accusare alcun disturbo. Fino a quando, a bordo del volo di ritorno dalla Cina, non ha iniziato ad accusare gli ormai noti sintomi. Detto fatto, una volta atterrata è stata trovata positiva al virus 2019-nCov il 26 gennaio. E così sono iniziati i test sui colleghi che l’avevano incontrata, da lei informati sulla situazione.
Tra questi spunta anche il 33enne ormai asintomatico, ma che il 28 gennaio avrebbe contagiato altri tre impiegati della stessa compagni. “È da notare – scrivono gli autori della comunicazione – che l’infezione sembra essere stata trasmessa durante il periodo di incubazione, quando i sintomi erano lievi e non specifici per poi aggiungere -. In questo contesto il fatto che il virus sia stato trovato in quantità rilevanti nell’espettorato dell’uomo anche nel suo periodo di convalescenza pone il problema della trasmissibilità del virus anche dopo il termine dei sintomi”. Un fatto questo che ci deve indurre alla sorveglianza dei pazienti dimessi dopo ospedalizzazione.