Quasi 100mila malati. Trump pensa a cure gratis
E l’unico esperanto alla fine sono i numeri. Che parlano – nel tardo pomeriggio di ieri – di 93.455 contagi in tutto il mondo e 3198 morti, la gran parte in Cina. Ma sono 70 i Paesi con casi di contagio, anche se le zone rosse restano ancora Cina, Corea del Sud, Giappone, Iran e – ahinoi – Italia.
Ma nessuno è tranquillo. Nemmeno la gelida Germania, che si confronta con un aumento preoccupante dei contagi, che secondo il Robert-Koch Insitut sono giunti a quota 240 (111 solo nel Nord-Reno Vestfalia). Il ministro della Salute Jens Spahn ha parlato di «pandemia mondiale» e di «picco ancora da raggiungere». Toni tutt’altro che tranquillizzanti. Che fanno il paio con il divieto di esportazione di mascherine e altri dispositivi sanitari di protezione stabilito dall’unità di crisi coronavirus istituita a Berlino (stessa decisione presa anche da Mosca). E con la decisione presa dai vertici della Bce, con sede a Francoforte, di annullare tutte le conferenze e le altre attività a eccezione delle sedute del consiglio e di limitare al massimo gli spostamenti dei membri dell’istituzione finanziaria europea.
In Europa c’è crescente paura in Gran Bretagna, dove i casi sono più che raddoppiati in un giorno (da 39 a 85). Il clima è teso anche dall’aggressione ai danni di un ventitreenne di Singapore di etnia cinese, pestato perché «appestato». Nel resto del mondo uno dei Paesi più preoccupati è l’Iran, dove la diffusione del Covid-19, con numeri simili a quelli italiani (2922 contagi e 92 morti), ha spinto le autorità a cancellare del preghiere del venerdì in tutti capoluoghi di provincia. In Corea del Sud, e in particolare nell’area-focolaio di Daegu, mancano i letti negli ospedali e il sistema sanitario è allo stremo.
Si muovono anche gli Stati Uniti. La Camera dei rappresentanti Usa approva fondi supplementari per 8,3 miliardi di dollari. L’amministrazione Trump pensa a un piano straordinario per consentire a ospedali e medici di curare gratuitamente persone senza assicurazione, come accade per i disastri ambientali. Gli americani privi di assicurazione sanitaria sono 27,5 milioni, un dato peraltro in aumento. Per ora l’emergenza coronavirus è limitata negli States, con 149 infetti in tredici Stati, 11 morti in tutto, 10 solo nello stato di Washington, uno in California, e mille persone in autoisolamento nello Stato di New York.
E poi c’è il mondo virtuale. Ieri Mark Zuckerberg, ceo di Facebook, ha garantito che il più diffuso social network «si sta concentrando sull’interruzione di bufale e disinformazione dannosa», perché «è importante che ognuno abbia un posto in cui condividere le proprie esperienze e parlare dell’epidemia ma, come chiariscono gli standard della nostra comunità, non va bene condividere qualcosa che metta in pericolo le persone». Il contagio delle fake news è più dannoso di quello del Covid-19.
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