Coronavirus, la previsione di Ricolfi: โItalia rischia 300mila mortiโ

โSe ci fermiamo per un paio di mesi e ci occupiamo solo di salvare la pelle, forse potremmo uscirne con una semplice recessione, piรน o meno come nel 2008.
Se invece ci intestardiamo a far ripartire lโeconomia subito, e questo anzichรฉ frenare il virus aiuta la sua circolazione, potrebbe essere la catastrofe. Che a quel punto non si misura sui punti di Pil perduti ma, come in guerra, sul numero di mortiโ. Luca Ricolfi ha pochi dubbi e fa la sua previsione choc sullโemergenza coronavirus.
Il noto sociologo, intervistato da Italia Oggi, consiglia sostanzialmente di fermare il Paese per una sessantina di giorni per evitare unโecatombe, visto che stima โ in base alle attuali tendenze di contagio e di decessi โ che si possa arrivare a contare anche due-trecento mila trapassati nel Belpaese.
Nella chiacchierata con il quotidiano economico, il professore di Analisi allโUniversitร di Torino, spiega come sia arrivato a una stima di queste preoccupanti dimensioni: โIl calcolo si basa su due parametri, uno (relativamente) noto e lโaltro ipotetico. Il parametro noto รจ che, su 100 infetti, ne muoiono 2 o 3. Questo dato, da solo, ci dice che, ove avessimo 8 milioni di infetti (come in una comune influenza), il numero di morti sarebbe compreso fra 160 e 240 mila. Il parametro ipotetico รจ invece il tasso di propagazione del coronavirus, che dipende da tanti fattori e al momento non รจ noto, ma a mio parere รจ nettamente superiore a 2 o a 2.5 contagiati per ogni infettatoโ.
Dunque, cโรจ tempo e spazio per una frecciatina alla maggioranza giallorossa e al premier Giuseppe Conte, rimproverata per come si sia (mal)mossa nei giorni scorsi: โSe anzichรฉ straparlare di numero eccessivo di tamponi il governo avesse seguito il saggio consiglio del virologo Roberto Burioni di moltiplicarli, prevedendoli per chiunque abbia anche solo 37 gradi e mezzo di febbre, oggi la progressione del contagio sarebbe sensibilmente piรน lenta, e avremmo qualche speranza di fermarloโ.
Quindi, Ricolfi analizza la discrepanza fra Settentrione e Meridione circa i contagi da coronavirus.โPenso che lโesplosione dei contagi al Nord sia dovuta a due fattori distinti. Il primo รจ il caso, ossia che il Nord abbia avuto un paziente ultra-capace di infettare, che da solo ha dato luogo a una catena di contagi molto vasta, favorita dai protocolli seguiti nellโospedale di Codogno, che per quel che ne so erano quelli vigenti, anche se inadeguatiโ. Detto il primo, per concludere, il secondo e decisivo fattore: โSono tutte del Nord le regioni piรน produttive e internazionalizzate del Paese, ossia Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Io ho fatto calcoli separati per la propagazione al Nord e al Sud e, allo stato attuale dellโinformazione disponibile mi risulta che la velocitร di propagazione sia analogaโ
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