Virus, la destra cali l’asso vincente: la sanità deve tornare allo Stato. Renzi è già in agguato
Prova e riprova, alla fine l’idea giusta Matteo Renzi l’ha acchiappata. E sì che ne aveva bisogno come l’aria per uscire dall’angolo in cui si era ricacciato a furia di architettare manovre azzardate, vendette impossibili e pastrocchi inguardabili. Tutta colpa dell’ansia da sondaggio. Già, tentare un guizzo a settimana per uno zerovirgola in più e poi ritrovarselo puntualmente in meno è sforzo più frustrante della scalata di un palo insaponato. Alla fine, però, prova e riprova, l’eureka è arrivato. E Renzi, anche per gentile distrazione della destra, l’idea giusta l’ha trovata: rivoluzionare l’attuale Titolo V della Costituzione per riportare le competenze dalle regioni allo Stato, a cominciare dalla sanità.
Renzi: «Ci vuole uno che decida»
Al tempo del coronavirus, con la gente che non sa chi a dare retta, è quel che si dice una gran figata. Per la sinistra simil-nazionale, uno smacco clamoroso. L’inguacchio del 2001 è opera sua. Furono i governi D’Alema e Amato a sovvertire le gerarchie della Repubblica per favorire l’attuale carnevale istituzionale italiano. Ripristinare il primato dello Stato su regioni, province, comuni e pianerottoli – oggi tutti equiparati con conseguente paralisi decisionale – è battaglia non di Renzi, ma della destra. Persino della Lega, se Salvini vuole dare un significato meno tattico ed elettoralistico al suo «prima gli italiani».
Il virus lo dimostra: l’Italia muore di autonomia
La babele di questi drammatici frangenti di emergenza sanitaria ha messo impietosamente la fragilità del sistema-Italia. La nazione rischia di morire di autonomia. Lo tocchiamo con mano ogni ora di ogni giorno di emergenza. Peggio del virus c’è solo la confusione di ruoli, competenze e linguaggi tra le autorità preposte a debellarlo. Le scuole sono chiuse, ma i tribunali restano aperti. La Serie A si ferma, ma la B no. È vietato stringersi la mano, ma c’è licenza di strusciarsi in discoteca. Insomma, chi ci capisce è bravo. E siamo al punto: la destra faccia in modo che il bravo non sia Renzi. Tanto più che gli italiani sanno bene che in tempi perigliosi non si blatera e non si media, si decide. E fanculo ha chi ha paura dell’uomo forte.