I cinque motivi per non temere il coronavirus
L’emergenza Coronavirus continua ad essere fonte di allarme tra la popolazione, ma ci sono almeno 5 validi motivi per non lasciarsi prendere dal panico.
La sanità italiana è un’eccellenza
L’Italia gode di un ottimo sistema sanitario.”Nei Paesi occidentali ad alto sviluppo tecnologico anche i malati in condizioni complesse ne escono fuori. Noi possiamo contare su una buona rete di terapia intensiva”. A dirlo al Corriere della Sera è Pierluigi Viale, direttore unità operativa malattie infettive del Sant’Orsola di Bologna.
Anche gli anziani guariscono
“Non è vero che le persone anziane sono spacciate, dobbiamo dare speranza. Anche dopo i 75 anni, se non ci sono altre patologie gravi già esistenti, i meno giovani guariscono”, sottolinea l’infettivologo. Una serenità dettata anche dai dati diffusi dalla Fondazione Gimbe secondo cui le persone decedute finora erano perlopiù 80enni che avevano una situazione clinica già compromessa da altre malattie importanti. “In tanti sono guariti o si sono ammalati in forma lieve, le famiglie non si allarmino”, aggiunge Viale.
I guariti crescono sempre di più
Al momento, secondo la Protezione Civile, i pazienti guariti sono 46 e stamane Niccolò, il 17enne di Grado ricoverato in quarantena all’ospedale Spallanzani dopo essere rientrato da Wuhan. Secondo Viale “La Covid 19 è una malattia con tassi di mortalità bassi. Su 100 malati, 80 hanno un quadro di sintomi banali, 20 sviluppano polmoniti e fra loro 5 hanno la necessità di essere ventilati in terapia intensiva. Ne deduciamo che i pazienti gravi sono pochi ma complessi e che, seppure complessi, possono guarire”. Persino il 38enne risultato positivo al SARS-CoV 2 nell’ospedale di Codogno, dopo una prima fase di criticità, pare si stia riprendendo e che abbia ripreso a respirare autonomamente. Non è ancora chiaro da quando il coronavirus abbia iniziato a diffondersi nel nostro Paese. Ed è per questo motivo che “In Emilia Romagna abbiamo deciso di fare il test a tutti i malati di polmonite indipendentemente dai criteri epidemiologici per capire meglio da quanto tempo il nuovo coronavirus era presente in Italia prima che si manifestasse con tanta rapidità”, dice Viale.
I bambini non sono in pericolo
Il Coronavirus non sembra toccare i bambini e i pochi che vengono infettati guariscono facilmente, a differenza di quanto avviene con la normale influenza stagionale. Probabilmente il vaccino contro il morbillo, obbligatorio in Italia, può preservarli da questo virus. Anche in Cina i bambini colpiti sono appena l’1%, e non si registrano decessi. Fortunatamente anche i neonati sono immuni dal COVID-19 e le donne affette dal coronavirus, per ora, non hanno trasmesso la malattia ai loro figli. A riprova di ciò c’è nonsolo il caso di una donna cinese, ma anche di una piacentina positiva che ha partorito col cesario e che era stata ricoverata insieme al marito. L’Istituto Superiore di Sanità ha rassicurato le mamme in dolce attesa e in allattamento: “Allo stato attuale non c’è indicazione al taglio cesareo. Non è noto se avvenga la trasmissione verticale durante la gestazione”.
La diffusione del Coronavirus non è elevata
I focolai iniziali sono circoscritti in un’unica area geografica e “finché la diffusione territoriale dell’epidemia è gestibile dal punto di vista dell’estensione e di Comuni coinvolti, si possono mettere in atto misure di contenimento efficaci e sperare che l’epidemia rallenti”, spiega Pier Luigi Lopalco, epidemiologo università di Pisa. Si ipotizza che i focolai di Veneto e Lombardia possano aver avuto un’origine comune, ma ormai è ininfluente ai fini della messa in campo di ulteriori strategie. “La ricostruzione della catena di trasmissione ci potrebbe servire solo a interpretare meglio il fenomeno e quindi a disegnare uno scenario futuro”, conclude il virologo.
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