Coronavirus, Conte la spara grossa sulle Regioni, poi fa marcia indietro. La replica: «È lo stress, si riposi»
Non sa più che pesci prendere. Conte annaspa, barcolla. Sul coronavirus ha commesso errori su errori. Si è contraddetto. Ha dimostrato dilettantismo. Vuole recuperare terreno, si sbraccia, cerca lo scaricabarile. E ne fa un’altra: ipotizza, come extrema ratio, di avocare a sé i poteri in maniera sanitaria. In sostanza, togliendoli alle Regioni. Come se fossero stati i governatori – e non lui con i suoi ministri – a provocare i ritardi sulle decisioni e sugli interventi. Invece sono state le Regioni le uniche ad aver agito subito, mentre il governo dormiva.
Conte fa marcia indietro
Arriva il dietrofront. «Il presidente Conte, come ribadito tutti i giorni, è pienamente soddisfatto del livello di collaborazione sin qui attuato con i presidenti delle Regioni interessate nella gestione della emergenza sanitaria. Il coordinamento tra i vari livelli istituzionali funziona molto bene ed è fondamentale per riuscire a contenere nel migliore dei modi questa emergenza. Così è stato ad oggi e così, è l’auspicio, dovrà essere anche in futuro con tutte le Regioni, con le quali bisogna essere pronti a creare iniziative ancora più coordinate laddove fosse necessario». È quanto comunicato da fonti di Palazzo Chigi.
Le risposte: «Il premier dovrebbe dimettersi»
Immediate le risposte. «Sarà meglio che il presidente del Consiglio si riposi un po’. Troppo stress gli fa dire cose inconcepibili. Sarà meglio che Conte se ne faccia una ragione. Può sempre dimettersi, che sarebbe la cosa migliore per tutto il paese» Ad affermarlo è il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari.
Attilio Fontana: «Tutta aria buttata al vento»
«Mi lascia sinceramente senza parole», dice Attilio Fontana. «Mai come in questo momento, da parte delle regioni e dei governatori c’è stata la massima disponibilità a collaborare con il Governo». La stoccata: proprio Conte non ha ascoltato «quando, un mese fa, avevamo detto che bisognava avere maggiore attenzione sul coronavirus». E anche in precedenza «tutta aria buttata al vento».
Toti: «Siamo noi ad aver spronato Conte e il governo»
«Senza spirito polemico, rilevo che proprio dalle Regioni sono arrivati stimoli e proposte al governo nazionale per agire sul coronavirus». Ad affermarlo è Giovanni Toti. «Tutte le ordinanze emanate dalle Regioni del Nord sono state concordate col Ministro della Salute». Il caso della Liguria lo dimostra. «Se non fosse stata la Regione a proporre e assumere iniziative di prevenzione, oggi non sarebbe in vigore l’ordinanza che abbiamo assunto. E che il governo ha poi condiviso».
«Qualche risposta e qualche iniziativa è semmai mancata proprio da parte del Governo. Come Liguria stiamo pienamente collaborando col commissario Borrelli e tutte le autorità competenti. Ma non rinunceremo a proteggere i nostri concittadini, che si fidano di noi», incalza Toti. «Se qualcuno in questi giorni è mancato, non sono certo le Regioni. Noi della Liguria abbiamo reagito alla situazione, spronando il Governo. Non il contrario».