Le ultime parole famose di Conte sul Coronavirus: “In Italia siamo al sicuro” (video)
Coronavirus, così parlava Giuseppe Conte, ospite della Gruber a “Otto e mezzo”, qualche tempo fa: “Tutti i protocolli di prevenzione sono stati attivati. L’Italia in questo momento è il Paese che ha adottato misure cautelative all’avanguardia rispetto agli altri, misure incisive”. Due morti in Italia in 12 ore. Sette casi in Veneto, 29 in Lombardia, scuole chiuse, città fantasma, partite di calcio vietate (rinviata Ascoli-Cremonese, ma anche si altri incontro si sta decidendo). Tutto in 24 ore è precipitato. E meno male che eravamo all’avanguardia… Il “medico” degli italiani Conte, presuntuoso e facilone.
Coronavirus, Conte: “Italia all’avanguardia….”
E acrobata. Anche sul Coronavirus Conte è sempre “Giuseppi”. Oggi, alla luce della gravità della situazione italiana, ritratta senza battere ciglio, senza ricordare il suo frettoloso ottimismo: dopo le condoglianze di rito (“Il mio pensiero e il cordoglio vanno alle due vittime e alle loro famiglie”) , ha scritto su Facebook. “Siamo al lavoro senza sosta per reagire con la massima compattezza a questa emergenza“. “Fra poco sarò nuovamente al Comitato operativo della Protezione civile per un aggiornamento sull’emergenza Coronavirus e per valutare nuove misure straordinarie“. Arriva in ritardo, mentre l’Italia piange le sue prime due vittime.
Conte è sempre “Giuseppe”
Persino 24 ore fa, prima delle due vittime in Lombardia, Conte predicava fiducia: Sulla vicenda coronavirus la linea di massima precauzione adottata dall’Italia “ci consente di scacciare via qualsiasi allarmismo sociale e qualsiasi panico”. Anche qui si sbagliava di grosso. In un batter di ciglio assistiamo preoccupati alla sospensione delle attività scolastiche, ludiche, commercali; persino ecclesiastiche, con la soppressione delle Messe in alcui centri lombardi; con le mascherine vendute a passo di carica a 100 euro a confezione e scene di isteria collettiva. Conte, meglio non parlare. Se non è allarme sociale e panico questo…. Quando gli italiani cambieranno “medico” sarà sempre troppo tardi.