Il piano verde del governo: in arrivo una maxi stangata

Il Green new deal, ovvero il piano di svolta verde del governo italiano in linea con quello annunciato dalla Commissione europea, rischia di trasformarsi nell’ennesima tegola che potrebbe polarizzare ulteriormente le divisioni in seno alla maggioranza giallorossa.

Come sottolinea il quotidiano Il Messaggero, al momento sul tavolo c’è una bozza con decine di articoli proposti dai vari partiti. Il documento rappresenta (o almeno: dovrebbe rappresentare) una tappa fondamentale della politica economica del nostro Paese, visto che tecnicamente parlando il contenuto sarà collegato alla legge di Bilancio, con tanto di corsia preferenziale in Parlamento.

Il testo è formato da più capitoli, compreso quello inerente alla materia fiscale. È proprio su questo punto che la maggioranza sembra intenzionata a spingere nuovamente sul tasto della tassazione ambientale e sulla cancellazione dei sussidi in vigore ritenuti nocivi, dopo le norme già inserite nella manovra.

Innanzitutto nella bozza sono presenti norme di carattere generale, che prevedono l’individuazione – con tanto di provvedimento del ministero dell’Ambiente – di tutte quelle attività “potenzialmente inquinanti”. Quali sono? Per fare chiarezza dovrebbe essere istituito anche un “Osservatorio dei cittadini”. In ogni caso, chiunque intendesse svolgere un’attività che rientrerà tra quelle a rischio dovrà “prestare una specifica garanzia finanziaria a favore dell’autorità ambientale competente”.

Tasse e riduzione dei sussidi

Previsti, inoltre, vari inasprimenti fiscali, tra cui l’aumento di 6 euro a passeggero dell’attuale tassa di imbarco sugli aerei. Il ricavato sarà destinato ad appositi programmi nazionali e comunali “di investimenti ambientali, culturali e paesaggistici”. Potrebbe essere rivista l’ecotassa: il tributo per il deposito in discarica rischia di raddoppiare, passando a 50 euro.

Il canone delle attività estrattive – usiamo sempre il condizionale – potrebbe essere portato al 20% “dei prezzi di vendita dei materiali cavati con dei minimi specifici per i prodotti”. Stangata e nuove tariffe anche per le concessioni demaniali; riduzioni di imposta, invece, per quei soggetti che “investono in costi con finalità ambientali”.

Liberi e Uguali ha proposto una riduzione del 10% dei sussidi ambientalmente dannosi (Sad) nel 2020, che passerebbe poi al 20% l’anno fino all’annullamento dei medesimi. Il Pad vorrebbe invece una norma ordinamentale per ridimensionare progressivamente queste voci.

Altre misure, infine, hanno l’obiettivo di incentivare i comportamenti virtuosi dei cittadini. Alcuni esempi? L’istituzione di un fondo per prevenire la produzione dei rifiuti da imballaggio, la commercializzazione di saponi e prodotti igienici sfusi e via dicendo.

Capitolo plastica: è prevista una disposizione più tassativa, con divieto di produzione e commercializzazione di prodotti monouso a partire dal 3 luglio 2021. Le sanzioni per chi dovesse violare il divieto potranno arrivare a 25mila euro.

il giornale.it

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